Compie 45 anni l'insegna, mentre il patron Nino e la moglie Antonietta (successivamente supportati dai figli) festeggiano il trentennale del loro arrivo ad Asolo. Una bella storia di amore per l'accoglienza e il territorio, che fin dall'inizio è stata caratterizzata dalla voglia di privilegiare la qualità, la ricerca sui prodotti, un'innovazione misurata che non ha mai snaturato sapori e tradizione, ma sempre al passo con i tempi, pur senza eccessi.
L'arrivo di Ivano Mestriner, uno chef che ovunque è andato ha portato la stella Michelin - dal suo Dal Vero di Badoere al Ridotto di Venezia fino a La Corte sulle colline trevigiane - ha dato ovviamente una spinta ulteriore. Da qualche mese qui si osa di più, certo, eppure non si va incontro a brutte sorpese, perchè il talento inquieto di Mestriner garantisce sempre equilibri, a volte insospettabili, anche in presenza di accostamenti apparentemente impervi. Ne è un esempio lo Spaghetto in crema di aglio e olio, emulsione di ostrica Gilardeau, ostrica al naturale, caviale Osetra, paprika e salicornia, un piccolo capolavoro di gusto, equilibrio e golosità.
I due menu - Territorio e d'Autore - mettono il cliente di fronte ad un bivio, di un peraltro dolcissimo imbarazzo: l'Insalata tiepida di baccalà, aglio e prezzemolo, puntarelle e patate bollite o la Capasanta di Caorle crumble, cavolfiore e mango? La Trippa alla trevigiana o il Budino di foie gras e Porto, ristretto di datteri, crispis di riso, caviale di aceto balsamico? Sapori riconoscibili oppure un salto nella contemporaneità del piacere?
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Tavoli all’aperto
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veneziano, giornalista, una vita dedicata allo sport da inviato (e adesso da appassionato e tifoso), cura da dieci anni "Gusto", la pagina di enogastronomia del Gazzettino di Venezia