In Italia siamo allergici ai ristoranti d'hotel e, ancora di più, siamo morbosamente attaccati alla figura dello chef. Sarebbe invece il caso di concentrarci sull'esperienza che abbiamo, sul servizio, sui piatti, sull'ambiente, ma soprattutto di decidere se alla fine siamo stati bene e se abbiamo voglia di tornare. Il ristorante dell'Edelhof è questo, un'insegna in cui tutto gira bene, tutto funziona, con un servizio attento, professionale, curato, senza essere invasivo o sciatto. Un posto in cui ci si sente a casa dopo soli 30 minuti.
Un ristorante che offre una cucina rassicurante ma non certo banale, con i suoi piatti iconici, che raccontano il territorio in maniera impeccabile. senza improbabili voli pindarici, ma anche senza cadere in una didascalica banalità. Siete contenti di ordinare un prosciutto con una giardiniera artigianale? Qui sì, perchè la temperatura di servizio è perfetta e la qualità della affumicatura e della stagionatura pure, così come l'acidità e consistenza della giardiniera.
Il terribile nome Carbonara di Lusso in realtà cela un classico del locale, con guanciale di Sauris l'uovo cotto in bassa temperatura e il tartufo nero. L'uso di prodotti locali di qualità come un grande olio di zucca vergine, il Montasio, il miele di castagno, la polenta o il frico interpretano in chiave territoriale piatti semplici come una tagliata di pollo o diventano il ripieno di ravioli. Interessante la piccola selezione di vini locali, seppur senza carta. L'ambiente è caldo, da stube friulana.
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dopo una formazione scientifica si è sempre dedicato alla gastronomia: lavora da anni per l'Osteria Francescana, scrive per Dispensa, è tra i fondatori del progetto Postrivoro ed è curatore di Al Meni