Ma che bella l'evoluzione di Michele Rizzo. Seguiamo da anni l'avventura culinaria di questo chef classe 1987, nato e cresciuto nella cittadina marina di Trebisacce ma ormai da tempo acquartieratosi in quel di Rende, alle porte di Cosenza, con il suo ristorante Agorà. Ecco: di Rizzo si è sempre potuto dire che aveva bella mano e delicata nel trattare una materia prima - soprattutto pescato - semplicemente eccezionale, per buona parte proveniente da quel santuario ittico che è la Secca di Amendolara. Così, il suo piatto simbolo, un capolavoro, era ed è Tonno rosso Agorà, ossia con cipolla di Tropea, peperoncino e soia: l'intelligenza di esaltare una prelibatezza con pochi tocchi e le giuste nuances, senza ricorrere ai fornelli.
Le proposte sono tutte interessanti e ben eseguite, lo dimostrano piatti come la Tartare di gamberi di Schiavonea e caviale disidratato, Scampi crudi, emulsione di fagioli
e miele di fichi di Cosenza, il Cappellaccio ripieno di gallinella al tartufo del Pollino, la Carbonara di alici. Bella mano anche sui secondi: Guancia di vitello e Scampi e foie gras alla griglia, confettura di castagne. I piatti seguono le stagioni, sempre con grazia e armonia.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
+39098423304
Tavoli all’aperto
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