Dire che all’Atrium si sta bene e non ci si alzerebbe più dal tavolo può sembrare banale, siamo in uno splendido palazzo della catena Four Seasons alle porte del centro di Firenze e questo è ciò che ci si aspetta da un locale di questo livello. I bar d’hotel, in Italia almeno, si affidano però spesso al prestigio del contenitore in cui si ritrovano e danno per scontato che le stelle si trasferiscano dagli arredi ai biccheri. Se l’Atrium non rientra in questa tipologia è grazie alle sapienti mani di Edoardo Sandri che lo guida da quasi 15 anni; il fatto di restare fermo qui non gli ha impedito di continuare ad aggiornarsi, magari seguendo le trasferte dell’Inter, di cui è supertifoso. Il suo segreto è l’equilibrio.
I cocktail hanno presentazioni originali, senza essere esagerate, il reporter è servito ad esempio nello zoom di una macchina fotografica. La carta si presenta in forma di ‘33 giri, idea legata al tempo del Covid per permettere di ricreare a domicilio l’atmosfera del bar dove la musica è di casa. Il lunedì sassofono, il sabato dj - anche se risulta difficile immaginare danze sfrenate in un ambiente così ovattato - pianoforte le altre sere.
Il lato A della carta è dedicato ai greatest hits dal 2008 partendo dal Vintage Negroni per terminare con due cocktail sfida, il Loren vs Marylin e il Coppi Bartali. La B side è la carta del momento, dove il Discovery merita la scoperta. In sala c’è Tommaso che di cognome fa Ondeggia ma il servizio lo governa con ferma saggezza.
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milanese di osservanza nerazzurra, è stato responsabile cultura dei tg Mediaset prima di fondare Sei Milano, la prima tv realizzata con telecamere non professionali. Ha quindi portato in Italia il brand Lush diventandone worldwide ethical manager. Ha lanciato c6.tv e si occupa ora di investimenti sostenibili. Ha scoperto che scrivere di cocktail è un’ottima scusa per bere bene