Impasti buoni, leggeri e digeribili, da farine biologiche e macinate a pietra e un’attenzione millimetrica a ogni passaggio della produzione, fino alla temperatura del forno a quella del servizio. Materie prime nell’85% dei casi siglate da un certificato biologico. E il servizio, easy, condito di sorrisi e modi informali per non far pesare al cliente l’evidente qualità e lo sforzo impiegato per raggiungerla.
Insomma, «Fare pizze buonissime, servite con gentilezza, in posti bellissimi» è il claim tradotto ogni giorno nella pratica in 15 pizzerie in 7 città italiane (5 a Milano, 3 a Torino, 2 a Firenze e Bologna, una ciascuna Castelmaggiore, Verona e Roma) e due a Londra dai fratelli calabresi Matteo e Salvatore Aloe. Il primo segue la parte operativa - dalla formazione alla risoluzione di qualsiasi problema quotidiano -; il secondo si occupa di trovare i luoghi giusti in cui aprire. Sono le alchimie di uno di uno dei casi di successo seriale più importante del paese.
Aperta a ottobre 2021, la sede di Porta Romana, a due passi dalle Colonne di San Lorenzo, è l’ultima delle cinque insegne milanesi (dopo quelle di Isola, Navigli, Centrale e Colonne), ha una sala molto luminosa, con vetrate, alberi e sedie in vimini, che sembra di stare in un giardino. Una pizza da provare è la Bologna, con mortadella e patata schiacciata.
Tavoli all’aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt