Dieci anni e sembra ieri a un occhio poco attento. E invece sono stati lunghi e perigliosi che hanno messo alla prova il carattere tosto di Stefania Di Pasquo, donna alla quale andrebbe consegnato un premio per la capacità di resilienza, senza che questo termine risulti abusato.
Ha cominciato sapendo in cuor suo che il suo percorso avrebbe potuto trasformare la trattoria che aveva coraggiosamente avviato dopo essere passata dalla scuola di Niko Romito, in un luogo romantico, accogliente e di rurale eleganza quale è diventata la sua Locanda Mammì. Si è via via affermata una personale cifra stilistica, orientata sulla ricerca del perfetto equilibrio tra le produzioni del luogo e una misurata sperimentazione in cucina ancor più stimolata dall'amore - che ha già dato il suo primo frutto - e dalla condivisione di intenti con Tomas Torsiello che con professionalità ed entusiamo anima la sala e alimenta la dotazione di cantina.
I menu stagionali sono l’anastilosi, la ricostruzione con ingredienti originali e locali, di ricette che attingono dalla tradizione unite a nuove ispirazioni, un legame a doppio filo con un territorio ancora tutto da (ri)scoprire e valorizzare ma non senza qualche contaminazione. La Lingua con carote e salsa verde in apertura, il Risotto cavolfiore e anguilla affumicata, la Pasta mista con le paate, l'Agnello con cipolla, cime di rapa e genziana e poi Pane, vino e caciocavallo.
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Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
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esperto di comunicazione, giornalista e sommelier, da trent'anni racconta ristoranti, produttori e territori. È fondatore e curatore del congresso di cucina regionale MeetInCucina e del sito vinirosa.it