I ristoranti dei resort di lusso sono tutti così: cucina tradizionale elevata, a volte nella qualità, sempre nel prezzo. I ristoranti nella campagna piemontese, invece, sono tutti così: carne e poi carne (dal vitel tonnè alla battuta al coltello), le verdure giusto nell’insalata russa, frugando nella maionese. D’accordo, esageriamo - ma è solo per meglio evidenziare quale superba anomalia sia L’Orto, aperto nell'estate del 2021 insieme al resort Nordelaia a Cremolino, oggi ancora lato B del Piemonte greatest hits.
In cucina c’è Charles Pearce, inglese, ma la supervisione è affidata ad Andrea Ribaldone, negli ultimi anni grande tessitore di molti progetti di alta gastronomia. Pur non essendo L’Orto un ristorante vegetariano, la cucina manda avanti le verdure, e al resto affida ruoli di supporto: come nel caso della verza cotta sull’hibachi e servita su fondo di galletto: la carne come un eco, ad amplificare e restituire sapore.
L’alta cucina vegetale resta a oggi tendenzialmente esoterica (nel senso letterale: per pochi). Questa proposta è di segno opposto: una cucina ricca, a volte opulenta - forse per sottolineare il concetto, come nel caso della poderosa Tartelletta di cipolla caramellata, con 3 stagionature di formaggio: fonduta di Fiandino, Roccaverano grattugiato, e gelato alla robiola.
I piatti migliori trovano lo sweet spot tra la pura soddisfazione e le altezze gastronomiche: come la Zucca hokkaido con salsa di finferli caramellati e pasta di nocciole, olio di semi di zucca tostati e zenzero candito - sublime versione per adulti dei piaceri di pane e Nutella.
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Ristorante con camere
scrive di cibo, viaggi e costume per Amica, La Repubblica, SportWeek