In un hotel che mantiene stretto il legame con il territorio pur avendo un design moderno e attirando perlopiù una clientela attenta al wellness, non è sempre facile dare il giusto peso alla ristorazione. E invece è proprio quello che accade al Lamm di Castelrotto, che se da un lato soddisfa le esigenze degli ospiti che scelgono l'Alpe di Siusi per bucolici momenti di relax alpino, dall'altra suggerisce una sosta gastronomica di grande soddisfazione nella piccola Lampl Stube con una dozzina di coperti e il lato più creativo ed estroso di Marc Oberhofer, il cuoco di casa in tutti i sensi, visto che è originario dell'altopiano.
La sua, nel piatto, è l'idea di una cucina fusion che, come certifica il nome del menù, si diverte a mescolare le eccellenze locali con una serie di suggestioni più esotiche e global. Così a fianco del Salmerino con ginepro e abete rosso o delle 3 zuppe in una volta sola (una crema di fiori di montagna, il canederlo di fegato e il consommè con gnocco di midollo) è facile trovare la Wagyu con anguria e crauti, o il Rombo selvatico con un dashi tirolese, la castagna di terra e la radice maca. Sono preparazioni che mettono sempre in evidenza l'attenzione per i dettagli, anche sotto il profilo estetico, e rivelano al palato sia il carattere deciso della mano di Oberhofer sia l'urgenza di affidarsi di tanto in tanto a variazioni capaci di rendere più elegante il percorso senza fermarsi solo tra i sapori altoatesini.
Gusto e classe che vanno di pari passo con lo stile dell'albergo.
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Ristorante con camere
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare