Il tapas bar è uno di quei luoghi che aiuta a ricordare quanto sia bello quando ci si diverte. Bene, in questo senso il Brutal è l'archetipo del tapas bar. All'ingresso, si crea un tappo sonoro che trascina dal chiasso di una delle zone di passaggio turistico più battute verso un baccano di tutt'altro genere, quello dei piatti lanciati sul piano di legno, il sughero che salta in colpi secchi di cavatappi, il cantilenare catalano dei sommelier intenti a indovinare la giusta bottiglia, in un tono di voce appena sufficiente a sovrastare la musica. C'è sempre la possibilità di prendersi quella mezz'ora per spulciare fino in fondo l'infinita carta dei vini, ma l'intuito carismatico dei ragazzi unito al passaggio di ostriche di dimensioni sovranaturali sono due buoni incentivi per non perdere troppo tempo.
Al Bar Brutal, i vini naturali regnano sovrani - con una buona rappresentanza di locali tanto quanto internazionali, Francia e Italia incluse. Ma che siano protagonisti, quello no: le proposte di tapas che cambiano a ritmo sostenuto sul menù a seconda di quanto venga consegnato direttamente in cucina ben valgono il passaggio.
A eccellenti prodotti e materie prime serviti in purezza si alternano piatti la cui dimensione contenuta, da dignitosa tapa, è inversamente proporzionale al gusto pieno e rotondo che li caratterizza - con quel tocco di sapido e grasso che non stanca, ma che ben invoglia a scegliere il prossimo giro dalla bottigliera che tappezza le pareti della stanza principale o placcare i sommelier in corsa frenetica tra i tavoli.
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articolo a cura degli autori Identità Golose