Lo chef Nino Redruello, figlio e nipote di ristoratori, formato in ristoranti di alta cucina come elBulli, punta su questo ristorante con l’estetica di demolizione: pareti asettiche, cavi a vista, arredi austeri, riciclati e poco raffinati… Informalità, tracotanza e confusione si integrano sorprendentemente con l’offerta gastronomica che sventola la bandiera della sostenibilità e si focalizza su alimenti locali e biologici. Una carta limitata con piatti da condividere cambia a seconda della stagione.
Cucina domestica, alternativa, intuitiva, con molti riferimenti familiari (Redruello è un ristoratore di pedigree, la sua famiglia gestisce il gruppo La Ancha). È facile scegliere tra: stufati, tortillas, la celebre cotoletta meglio nota come Escalope Armando… Da bere, acqua corrente, vini al calice e bevande rinfrescanti, naturali o da infusione, servite in caraffe, da sangria e limonata a birra con limone e rebujito.
Il burro non pastorizzato che offre la casa assieme a del pane di benvenuto costituisce una vera dichiarazione d’intenti. Delizioso il carpaccio di manzo, succulenta la tortilla con acciughe e piparras (peperoncini dolci), originaria di San Sebastian, e riuscite le animelle di vitello con barbabietola e broccoletto. Un luogo che invita a condividere piatti dai prezzi relativamente accessibili.
I golosi non possono non provare il gelato di fico con fragole fresche o la tarta de queso. Infine il caffè della casa, ottimo, macinato il giorno stesso e messo in infusione direttamente a tavola. La sera musica dal vivo anima l’esperienza.
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articolo a cura degli autori Identità Golose