Odette
Singapore | Singapore
lo chef
Julien Royer con Levin Lau
sous-chef
Adam Wan
ai dolci
Louisa Lim
in sala
Dan Zenou
in cantina
Vincent Tan
Adam Wan
ai dolci
Louisa Lim
in sala
Dan Zenou
in cantina
Vincent Tan
Dan Zenou
in cantina
Vincent Tan
Dal nome femminile (un omaggio dello chef alla nonna) Odette è fra i ristoranti più ammirati e chiacchierati degli ultimi tempi. Per la sua posizione all'interno della maestosa National Gallery di Singapore e perché, nel 2019, ha guadagnato la terza stella, ed è finito più volte ai primi posti della Asia's 50 Best (nell'edizione 2025 è 7°).
Un'ascesa al gastro-olimpo lenta ma sicura e decisa, quella del poco più che quarantenne chef-patron francese Julien Royer, un passato in patria da Michel Bras, poi a Singapore alla Brasserie dell'hotel St.Regis. Merito di una salda abilità imprenditoriale, una ferrea sicurezza nel mestiere e la capacità di fare gruppo in cucina.
Julien si affida pienamente alla materia, esalta l’ingrediente e si attiene alle origini, accogliendo solo saltuariamente i sapori locali. La sua bussola è una raffinata sobrietà che conduce a un’esperienza sublime.
A dimostrarlo, creazioni quali la Sella d’agnello all’harissa con carciofi alla Barigoule, o la bellezza ineguagliabile dell’Isphan vacherin, ispirata all’iconico dessert di Pierre Hermé: esplosione floreale tra rosa intensa e sambuco, poi lampone, vanilla, litchi. In altre parole, incanto.
Perché fermarsi
Per l'Ostrica Jacques Cocollos, un piatto che cattura il gusto dell'Oceano, morso dopo morsoMenu di degustazione
298, 398 euro
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