Paca
Toscana | Prato
lo chef
Niccolò Palumbo
ai dolci
Gabriele Palumbo
in sala
Matteo Nerucci
in cantina
Edoardo Mordini
Gabriele Palumbo
in sala
Matteo Nerucci
in cantina
Edoardo Mordini
Edoardo Mordini
Percorrendo le vie del centro di Prato: dal Castello dell’Imperatore” alla piazza San Marco con un notevolissimo Henry Moore, si arriva a quello che è uno dei ristoranti più importanti della città: Paca. Un locale recente ma che ha già lasciato un forte segno nel panorama gastronomico pratese.
La cucina si è evoluta nel corso degli anni e soprattutto le idee che stanno alla base di essa: tanto territorio, no waste e rapporto diretto con i fornitori. Anche un piccolo orto a qualche chilometro, il tutto certificato da una mappa delle golosità di cui si fornisce la cucina. Una cifra stilistica tutta declinata sugli ingredienti: dalla pecora, che in questa pianura è un piatto storico, alle lumache, sempre tenendo conto dei gusti e delle esigenze del cliente.
Due percorsi di menu: medio e lungo, sempre con riferimento alla regione toscana. Nessuna ostentazione tecnica, nessun mostrare i muscoli ma solo, si fa per dire, mettere il cliente e la materia al centro di tutto. Anche i dessert e il vino seguono questa filosofia di base, togliendo ad esempio il cioccolato. Paca, in un momento non felice, della città ex laniera, rappresenta un'oasi felice di gusto e passione.
Lo chef consiglia
Osteria Il Cantiere, piazza S. Giorgio 12/13, San Giorgio A Colonica (Prato) - instagram.com/osteria_il_cantierePerché fermarsi
per una delle migliori esperienze gastronomiche della città di Prato. A pochi passi dal centro storico, piccolo ma di pregio. Una serie di percorsi che illustrano le caratteristiche e i pregi gastronomici del territorio e della regioneè perché hai negato il consenso all'utilizzo dei cookie della categoria "Miglioramento dell’esperienza".
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