Il secondo ristorante milanese di Enrico Bartolini, il collezionista di stelle, reca la mano sicura di Michele Cobuzzi, un foggiano con uso di mondo che si incarica di interpretare il verbo bartoliniano con un marcato tocco personale. La proposta si snoda sul sentiero stretto che si incunea tra le origini dello chef, con la sua meridionalità generosa e opulenta, e la stilizzata modernità urbana di una location di pronunciata contemporaneità che intende "normalizzare" il vocabolario del fine dining.
Due i menu degustazione: Intensità è il fermo immagine del percorso di Cobuzzi (otto assaggi, 160 euro), con episodi interessanti come l'Anguilla laccata agli aceti, cavolfiore e brodo di alghe e il Raviolo alle pere misso, cuore di vitello, funghi e crescione. Le Mie Certezze (cinque portate, 130 euro) è un itinerario più rassicurante: Gambero rosso, erbe amare, insalatina di sedano e lardo di Colonnata e Agnello del Gargano arrosto. Tutti i piatti sono scanditi con dizione stremamente precisa, all'insegna di un sapore inequivocabile. In sala la brigata sa quello che fa. La carta dei vini è decisamente all'altezza
romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive
Ristorante con camere
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romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive