A Matias Perdomo, e ai due suoi soci, Simon Press, chef, e Thomas Piras, sala, dobbiamo quel formidabile luogo di piacere creativo che è Contraste e poi anche il magico chiosco di Exit dal quale è nato l’anno passato Exit Pastificio Urbano. Il ragionamento è semplice: ci sono le insegne specializzate in pesce, ci sono quelle a tutta carne così come, poche in verità, vegetariane e le tante pizzerie sempre più accattivanti in una Milano che fino a una decina di anni fa quasi non le conosceva. Ma se uno desiderasse viaggiare nell’universo della pasta? Nulla. E allora ecco Matias studiare per fare una risposta plausibile, ragionata e questa risposta è stata la versione pastificio urbano di Exit. Scoprendo quanto è difficile comporre una carta forte di pasta secca o fresca, all’uovo o senza, ripiena e così via.
Prima di tutto è una questione di predisposizione mentale. La pasta viene dopo l’antipasto e precede il piatto principale. Puoi anche avere un menù di terra o di mare senza il carboidrato principe, mentre è difficile scandire una degustazione giocando sui tasti pastaioli. Però la sfida è di quelle che non molli. Siamo in Italia e non ne veniamo a capo? Ci tocca nell’orgoglio.
“Secondi a nessuno” è il mantra dell’insegna e allora ecco come ospite d’onore la Carbonara di Pipero, poi gli Spaghettoni aglio, olio, peperoncino e calamaretti; la Lasagna Exit e i Gigli al pesto di mandorle e pomodori secchi; gli Anolini in brodo di carne e gli Agnolotti del plin al sugo di arrosto. Rispetto ai primi passi, c’è una sezione pre-pasta ben più articolata, vitello tonnato compreso.
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
Twitter @oloapmarchi