E meno male che lui il cuoco non lo voleva fare. Se Salvatore Camedda avesse dato retta all’istinto ci saremmo persi un talento della cucina moderna, radicata nel territorio, ma con influenze fusion che disegnano un giro del mondo sulle tappe principali delle sue esperienze di cucina. Innanzitutto hôtellerie importanti come il Four Seasons di Milano (Sergio Mei) e il Cristallo di Cortina d’Ampezzo, pedigree internazionale tra Taipei, Miami e St Moritz e infine alla scuola futurista dello vicentino Giuliano Baldessari. Un curriculum che gli permetterebbe qualsiasi cosa. E lui cosa fa? Torna a casa, prima a San Vero Milis, poi Cabras, Oristano e infine nella modaiola Costa Smeralda, al ristorante del Club Hotel, uno dei tramonti più spettacolari di tutta la Sardegna.
La cucina mette al centro i prodotti sardi, di qualità eccelsa, freschi, stagionali, valorizzati da una tecnica di cucina che osa senza snaturare. Il risultato sono piatti confortevoli, con note sorprendenti. L'Anguilla laccata all'abbamele, brodo di formaggio acido, zucchine e pesto di limone sintetizza alla perfezione questa filosofia. Mentre il Maialino, salsa Xo alle mele fermentate, cipollotto in agro e insalata versione street food (la carne lavorata stile kebab) evidenziano il lato bambino dello chef e la sua capacità di divertirsi ed emozionarsi con gusti semplici ed esotici.
La terrazza sul mare azzurro col sole infuocato completa la magia di un’esperienza unica, sublimata da un servizio di sala impeccabile, ma al tempo stesso non ingessato.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose