Piena è la fiducia in Francesco Preite, una volta seduti al bancone del suo Moi, uno dei ristoranti con la lista d’attesa di più lunga di Prato. Lui, toscano nato nel Mugello da genitori calabri e campani, rimane folgorato dall’arte giapponese, prima per le armi da taglio, poi per la cucina. Quasi un centinaio sono i viaggi tra Tokyo e dintorni di Francesco, viaggi di studio e formazione, nonché divertimento. Esperienze che nel tempo lo hanno portato ad aprire il suo locale.
Qui, ogni sera, puntuali alle 21:00, inizia la cena, per tutti, aì un unico bancone che affaccia sul tavolo di lavoro di Preite. Una cena scevra da qualsiasi formalismo che si impone naturalmente come un luogo di chiacchiere trasversali, di conoscenza di una cultura lontana ma anche di materie prime vicine. Unico è il menu degustazione disponibile, fatto di quasi venti assaggi che cambiano di giorno in giorno in base alla disponibilità della materia prima. Dal polpo di Viareggio alle ostriche della Bretagna, fino alle capesante di Hokkaido, ogni boccone è manifesto di una cucina autenticamente giapponese, senza orpelli, che vive d’istinto, attenzione per il prodotto, sensibilità per le sue evoluzioni.
romana di Trastevere, classe ’99, sin da piccola mangia fuori, ricercando tavole sempre più fuori dagli schemi. Specializzanda in Dermatologia e Venereologia al Policlinico Umberto I di Roma, ha l’obiettivo futuro di coniugare le sue più grandi passioni: la cucina e la medicina
romana di Trastevere, classe ’99, sin da piccola mangia fuori, ricercando tavole sempre più fuori dagli schemi. Specializzanda in Dermatologia e Venereologia al Policlinico Umberto I di Roma, ha l’obiettivo futuro di coniugare le sue più grandi passioni: la cucina e la medicina