Tutti conoscono Ascoli Piceno per quel capolavoro assoluto che sono le olive ascolane, ghiotte come non mai, nate nelle case patrizie a inizio Ottocento e da lì dilagate ovunque. Però non bastano per rendere Ascoli una meta turistica. È come se agli ascolani non sia mai interessato sviluppare una cucina e una ristorazione ricche e articolate, preferendo trovare soddisfazione in tavole sparse altrove.
Sia come sia, nel panorama del capoluogo spicca per qualità la pizzeria dei fratelli Petracci nella zona più nuova di Ascoli Piceno. Tutto ebbe inizio in anni lontani ormai da noi, anni Novanta dal padre quando l'imperativo era far cassetta e non si andava tanto per il sottile con i dettagli legati a impasti, condimenti e coperture. Pizze curate, digeribili, ma erano anni nei quali letteralmente non si chiedeva ai pizzaioli di essere chef come succede da alcuni lustri.
E in particolare Mirko Petracci, il protagonista in prima fila, ha una voglia matta di pedalare e andare lontano. I suoi impasti sono leggeri, non a caso la linea d'eccellenza si chiama Gran'aria, al servizio delle farine e dei condimenti. Da alcuni anni Mirko sceglie accuratamente le farine da coltivazioni sostenibili per una pizza non solo buona ma anche amica dell’ambiente e capace di dare valore al fondamentale lavoro degli agricoltori. Etica, sostenibilità e pizza qui vanno allo stesso passo.
+390736498841
Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)