L'immaginario è mediterraneo: senza svolazzi né ambizioni fusion, scansando derive esterofile e crossover gustativi. Gli ingredienti sono il pomodoro, il limone, la ricciola, le acciughe, i capperi, la scarola, la pasta secca, le zucchine, le vongole, i calamaretti, il coniglio, il tonno, i pistacchi, le olive, le mandorle, i gamberi... Insomma l'armamentario più consolidato che plasma un'identità forte, quello della nostra tavola per eccellenza. E insomma di Luigi Lionetti, caprese classe 1984, non si può dire che faccia il passo più lungo della gamba. Lui che ha studiato all'alberghiero sull'isola e poi si è formato con Gennaro Esposito (ma significativa anche la sua esperienza con Arturo Spicocchi quando era a La Stüa de Michil di Corvara) sembra non volersi discostare dal modello che lo ha plasmato.
Parrebbe il ritratto di uno chef un po' fermo su se stesso. Sarebbe conclusione sbagliata: perché a un'originalità a tutti i costi, magari proposta con supponenza, ognuno preferisce una realizzazione da manuale, la mano sicura di chi conduce attraverso un sentiero magari già visitato in passato ma sempre affascinante. Questo è dunque Lionetti: fior di professionista, capace di fornire una versione della tavola mediterranea comme il faut, con cotture puntuali, equilibri di gusto, attenzione alla successione delle portate, alla percezione gustativa.
Il plus è il luogo: una meraviglia italiana, l'hotel Punta Tragara a Capri. Un edificio straordinariamente raffinato, firmato Le Corbusier; ora hotel cinque stelle lusso, con vista sui faraglioni. Una bellezza e una storia uniche.
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Ristorante con camere
Tavoli all'aperto
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it