Dopo un anno di rodaggio il resident chef Diego Pennacchia appare perfettamente a suo agio tra le mura romane del più bel ristorante dell’Umbria. Sotto l’occhio vigile e la guida di Andrea Impero, la cucina appare in grande forma: l’offerta è notevole, adatta a ogni esigenza, tra chi si ferma per un assaggio di Umbria (tartufo per intenderci), ma perfetta anche per chi ama suggestioni gourmet.
Nei menu svettano creazioni articolate e accattivanti, sempre ancorate saldamente alla terra e alla cultura locale, ma piene di idee e gusto. Wellington di trota e lenticchie, per esempio, benché si ispiri ad un grande classico della cucina britannica e oramai internazionale, ha salde radici in Umbria: un esempio di tecnica e centralità del gusto encomiabili. Ottimo anche il Coniglio con salsa alla cacciatora, da manuale, e, soprattutto, Piccione, Vernaccia e sedano nero di Trevi, un vero distillato di umbritudine. In cantina c’è da divertirsi, come sempre, per la selezione del patron Roberto Damaschi che accanto a quella dei prosciutti ostenta una passione irrefrenabile per le grandi bottiglie.
giornalista enogastronomico, direttore responsabile di James Magazine, ama la bellezza, gli Champagne e due colori: il nero e l'azzurro
+390759883500
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