Un ambiente minimal, senza orpelli, ma ben studiato per essere caldo e accogliente. Una cucina vegetale che non è il prodotto generato da una tendenza ma il frutto di un pensiero solido. È così che prende vita Altatto.
Un luogo che mette al centro le materie prime, i loro produttori e la loro stagionalità. Il protagonista è certamente il vegetale che viene lavorato, trasformato, ma pur sempre rispettato, per assumere plus valore e diventare intellegibile ai più, con gusto ed eleganza. Tutto ciò grazie alle menti (e mani) brillanti di Sara Nicolosi e Cinzia De Lauri.
La carta cambia di mese in mese proprio in virtù della stagionalità. È possibile optare per un menu completo da 6 portate o la versione ridotta da 4 (sempre che non vogliate scegliere alcune portate a vostro piacere). Qualsiasi strada intraprenderete sarà quella giusta, purché non rinunciate al tagliere di fermentati vegani a base di frutta secca e legumi di propria produzione. Ne vale davvero la pena.
Noi abbiamo provato il menu di gennaio e siamo stati colpiti dalle Chips di verza al miele (creano dipendenza!) in apertura alla cena, il Pane sfogliato con carciofi alla brace, salsa thaina e harissa (da mangiare rigorosamente con le mani!), i Plin di pastinaca, mandorle e timo e, infine, la Tratelletta con agrumi e meringa all’italiana, fresca, dolce, acida, perfetta conclusione di un pasto degno di nota.
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Tavoli all’aperto
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pugliese, classe 1995. Laurea in Traduzione Specialistica e Master in Food & Wine Communication all'università Iulm, è una globetrotter alla costante ricerca del prossimo piatto da assaggiare e del nuovo posto da scoprire.