La Madia

Michele Valotti ha intrapreso un percorso ambizioso ed emozionante che esplora i confini della materia in tutte le sue possibili dimensioni. Senza immaginare che vi possa essere un limite oltre il quale un processo o una tecnica non hanno più senso, con i suoi piatti Valotti raggiunge picchi estremi di ogni aspetto del gusto.

Un grandissimo studio sulle fermentazioni - partendo dalla scuola giapponese, per arrivare a quella coreana ma trovando presto una strada più personale volutamente di carattere italiano. Molte maturazioni, macerazioni, lavori con muffe, legumi, inoculazioni, tostature, essicazioni. Tutto quello che si può immaginare - e non - è reso da Michele oggetto di studio.

Una cucina sempre più vegetale, sempre più essenziale nel piatto ma capace di regalare onde di gusto profonde e lunghe sul palato, dimensioni retro-nasali difficilmente riscontrabili altrove e una coerenza estrema di senso. Una cucina piacevole e piaciona? No, e nemmeno adatta a tutti, ma sicuramente un luogo di straordinarie vedute in cui mangiare il contemporaneo.