C’è un po’ tutto e tutto è ben fatto. L’affaccio sul piccolo lago che si respira nella bella stagione seduti in terrazza e che si ammira dalle vetrate in inverno al caldo del camino dalle forme moderne come tutta la struttura e la filosofia di questo elegante locale ricavato egregiamente da un vecchio magazzino nel 2018.
A guidarlo è lo chef Gianmarco Dell’Armi classe 1991. Un destino segnato il suo. Prima dalle gesta di una mamma cuoca ben conosciuta in città, poi dall’Accademia Niko Romito che ha la sede proprio a due passi da casa e che ha frequentato una decina di anni fa. Un’impronta determinante dal punto di vista tecnico ma sulla quale, via via, ha saputo applicare una propria idea di cucina fresca, tra carne e pesce accompagnati sempre da un richiamo vegetale, con un legame elastico e liberamente ispirato con le tradizioni.
Così il Carpaccio della sposa che reinterpreta la zuppa (che le famiglie della zona preparavano il giorno prima del matrimonio) attraverso un Carpaccio di manzo con formaggio caprino, spinaci, crostini e il brodo di gallina servito nel bicchiere; e così per il Vitello tonnato e per la Triglia con il suo brodetto e bietoline al limone. Ci sono sempre i Tortelli: al ragù (ah, la mamma!) o in versioni che colgono le stagioni, come quelli ripieni di pollo alla cacciatora con funghi cardoncelli e cime di rapa. L’Agnello va con i carciofi e la Guancia di manzo va con pecorino e cicorietta, e il Cioccolato con zafferano dell’Aquila e arancia.
Tra i tavoli si muove con sempre maggiore disinvoltura Davide Coletta affiancato da Luca Iacobucci.
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Tavoli all’aperto
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esperto di comunicazione, giornalista e sommelier, da trent'anni racconta ristoranti, produttori e territori. È fondatore e curatore del congresso di cucina regionale MeetInCucina e del sito vinirosa.it