In una Milano gastronomica sempre più babele di proposte fusion, creative, etniche e minimal, Rovello 18 è un approdo sicuro, una certezza, emblema della tradizione e della buona e affidabile cucina italiana. Attenzione, questo non significa che qui il tempo si sia fermato. Al contrario, la mano di Michele De Liguoro, quarta generazione di una famiglia vocata alla ristorazione, è ricca di talento, si è educata con esperienze significative in giro per il mondo e ora guida con sapienza il timone del ristorante, nella certezza di voler rappresentare un punto fermo e ben identificabile nel vasto panorama della ristorazione in città.
Qui si viene per i grandi classici: Peperoni tonnati, Salsicce di Bra con i crostini, la Cacio e pepe, il Riso saltato e taleggio (buonissimo), la Cotoletta alla Milanese, quella vera. In carta ci sono ancora i contorni, specie, purtroppo, in via di estinzione da molti menu. E poi i dolci tradizionali, come il mitico Zabaione, freddo, interpretati in chiave moderna per terminare in leggerezza.
Piatti semplici, certo non banali, per i quali conta moltissimo la qualità degli ingredienti e in cui la bontà del cuoco sta nel far ritrovare, con pochi elementi e senza scorciatoie o artifici esotici, quei sapori che stanno dentro i nostri ricordi e la nostra memoria. E in un’epoca di grande velocità, ritmi frenetici e autostrade digitali, il calore e l’accoglienza delle sale del Rovello 18 - in particolare quella al primo piano - infondono serenità e tranquillità, necessarie per trascorrere qui, davvero piacevolmente, i tempi di un pranzo o di una cena.
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Tavoli all’aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose