A Spurcacciun-a del Mare hotel

A Spurcacciun-a detta un ritmo che non perdona, i piatti arrivano e ti costringono a stare nel presente, senza distrazioni. Tutto ruota attorno allo chef Simone Perata, che negli ultimi tempi ha raggiunto una dedizione quasi ossessiva. Ha lavorato come un artigiano giapponese affinando il gesto fino a renderlo parte di sé: ripetizione, attenzione, misura e daccapo. Cucina concreta e fedele agli insegnamenti di Marchesi: niente elucubrazioni, ma gusto, struttura e scelte nitide.

Le ricette sono costruite per essere mangiate, le consistenze sorprendono il palato restando leggibili senza mai cedere all’esercizio concettuale. Stile da colpo secco e preciso: piccoli "cambi d'abito" calibrati, che ti agganciano e ti riportano al cucchiaio successivo con naturalezza. Un tortellino in brodo basta per capire: si scioglie in bocca mantenendo morso, spiazzando inizialmente ma senza lasciare nulla al caso.

Poi c’è Mattia Valentino, che ha costruito una delle cantine più interessanti della Liguria: un caveau prezioso, nato dalla profonda connessione della famiglia Tiranini con il vino. La sensazione? A Spurcacciun-a sta prendendo la rincorsa verso il prossimo salto, e non si può che seguirla.