Otto posti possono sembrare pochi per un ristorante. Ma se l’attenzione per il cliente è elevata, così come la ricerca della perfezione, allora si comprende il motivo per cui Cristian Elena abbia voluto così il suo locale. Con la moglie Roberta, esperta in sala e precisa negli abbinamenti dei vini, lo chef – discepolo del papà Giuseppe – è convinto sia questa la via per apprezzare appieno la sua cucina, piena di talento, passione, amore. La sua creatività è, per certi aspetti, sorprendente. La si apprezza appena seduti a tavola, dopo aver scelto solo il numero di portate: 7 o 9.
Il viaggio a mano libera della cucina è, per il 2023, rappresentato da un bel gioco di colori - uno per ogni assaggio o portata – stesi come su una tavolozza e utilizzati dallo chef, novello Van Gogh, per comporre un dipinto gustativo che appaga occhi e palato. Si viene cosi “accerchiati” da un’infinità di piccoli piatti, tutti di colori diversi, creati con materie prime locali ed esotiche, tecniche e preparazioni di ogni cucina del mondo. Sapori, presentazioni, abbinamenti che fanno sognare.
Ci sono note acide, umami e dolci, sfere e mousse, accostamenti di temperature e consistenze. E ancora suggestioni amare, spesso fornite dalla liquirizia e sensazioni marine affidate, non di rado, al plancton. Impossibile elencare tutti i piatti e identificare una linea distintiva per un’esperienza unica che termina con la lunghissima serie di finger dolci, da gustare a lume di candela nella cantina della Torre del castello che ospita il locale.
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articolo a cura degli autori Identità Golose