Nella città più globale che c'è, un progetto che vuole valorizzare l'elemento indigeno di un territorio ricco di ingredienti e tradizioni: Venezia è bella e ci mangerei anche. Una gondola in giro per i mari del mondo. Siamo nel sestiere del Castello, lontani dalle mandrie in infradito. In cucina c'è il campano Salvatore Sodano, che da uomo di mondo si è messo in testa di conoscere Venezia come le sue tasche, l'ha studiata, smontata e rimontata, plasmata a sua immagine e somiglianza, creando una rete di relazioni con produttori e pescatori.
La sua cucina è di erbe e laguna, misurata e profonda, dotta senza mai intimidire. Esempi? Anguilla, cicoria e tamarindo, Bottoni con topinambur e miso, Risotto con robiola, cozze e levistico, Gallina padovana, miglio e cavolo nero. Ma il gioco, mai come qui, è di squadra: in sala la titolare Benedetta Fullin e soprattutto il sommelier e maitre Manuel Trevisan, di eleganza quasi inarrivabile. La carta dei vini è lunga e larga, i dettagli sgomentano: pavimento in terrazzo veneziano, migliaia di murrine, sapiente uso del legno con tavoli e sedie in quercia e "masegni" originali che ricoprono il pavimento della cantina.
romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive
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Ristorante con camere
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