Vale la pena viaggiare fino a Matapozuelos addentrandosi nelle distese aride dell’altipiano della meseta castigliana anche fosse solo per provare la cucina della Botica. Il ristorante è double face. Da un lato c’è la cucina tradizionale di papà Teodoro, maestro asador, che coltiva l’arte della cottura nei forni a legna di tenerissimi quarti di lechazo, l’agnello da latte, a cui si aggiunge solo un pizzico di sale, tanto sono delicate e saporite le sue carni. Dall’altra c’è quella contemporanea del figlio Miguel Angel che ha convertito la Botica in luogo di peregrinazione gastronomica.
Sembrano due cucine diverse ma in realtà sono le due facce della stessa medaglia. Il menu Una passeggiata nel territorio è una sofisticata interpretazione dell’ecosistema castigliano. Miguel Angel dimostra con passione che nella meseta castigliana esiste un universo vegetale e animale diverso e straordinario. Prima trasforma una antica varietà di ceci in una untuosa emulsione che avvolge un enorme e profumato porcino. Poi riedita l’oramai desueta ricetta de l’ajo arriero e lo propone a base di carote ed aceto di lenticchie.
E non dimentica la tradizione della pastorizia con il Gelato di formaggio fresco da intingere nel sciroppo estratto dalle pigne verdi, le pigne verdi che ha reso famose e che gratta come fosse tartufo. Questi e molti altri piatti che il fratello Alberto abbina sapientemente con una selezione di vini di nicchia di produttori locali. Una cucina che continua a evolvere e raffinarsi inesorabilmente, un valore sicuro.
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Tavoli all'aperto
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