Si parla tanto di far cultura al ristorante ma quando la si incontra davvero, palpabile e concreta, si mette in discussione tutto il resto. Da Piergiorgio Siviero avviene proprio così: oltre ad assicurarti una memorabile esperienza a tavola porti a casa riflessioni sul ruolo della cucina. Nel territorio, nella quotidianità, nella conservazione delle tradizioni, negli equilibri della biodiversità. Nella storia rurale, persino.
Siamo a due passi dal ponte di Pontelongo, sotto l’albergo di famiglia, in un locale che nella sua lieve eleganza conserva una piacevole aria familiare. C’è tanto di Piergiorgio qui, ma al pari c’è una silenziosa mano gentile, anzi quattro: quelle di Diletta, compagna di vita e spalla destra negli atti di cucina, capace di dolci paurosi (e di una Bri-oche che crea dipendenza, provatela); e di Daniela, sorella di Piergiorgio, che si occupa della sala.
Il prodotto è il primo a farsi sentire: vedi l’oca, raccontata quand’è periodo in un menu dedicato; o il mais biancoperla, il pesce di laguna, gli animali da cortile tutti. La materia prima arriva da contatti diretti, conosciuti, o dal proprio orto. La tecnica è funzionale a far solleticare le emozioni, non è certo esercizio di stile. Perché ne siamo convinti? Perché è facilissimo rintracciare, mentre si assaggia, delle vere connessioni con se stessi. Due le vie di degustazione proposte: 6 o 10 Istantanee, accompagnate da una cantina intrigante, che interseca non convenzionali a etichette più conosciute. Il resto è da scoprire.
+390499775072
Ristorante con camere
+393487399427
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)