Le esplorazioni sempre più profonde su mono-ingrediente, temperature e profumi di servizio; la progressiva penetrazione di cocktail e mocktail tra i calici del territorio; la colazione per antonomasia dell’alta cucina italiana, la prolungata retention dei ragazzi di sala e accoglienza, lo slancio utilitarista, la scalabilità... Per un cronista gastronomico, Reale Casadonna è una grande fonte di spunti, senza considerare che, ha spiegato con efficacia il cuoco Matias Perdomo, «Niko Romito ha rotto lo schema della cucina, creando il concetto più profondo che ci sia in Italia e probabilmente nel mondo».
Ma la bellezza di questa formidabile tavola candida ed essenziale è l’alto livello di comprensione che è capace di generare, anche e soprattutto tra i non-addetti ai lavori: non occorrono chissà quali competenze per abbandonarsi al piacere dei piatti di Romito. Come quelli dell’ultima nidiata, favolosi Pesche, basilico e olive, Riso freddo, peperone verde e mela, Gelato al pistacchio e salvia… Si può anche godere e basta – e a cifre contenute, forse le più basse tra tutti i 140 ristoranti con 3 stelle Michelin del mondo. Riflessione e goduria.
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt
+39086469123
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