Reale

Niko Romito è il rivoluzionario con il sorriso. Ha cambiato più cose lui negli ultimi vent'anni che schiere di chef autodichiaratisi punk eppure resta umile, continuando a esplorare tecniche e sapori e guardando al mondo, per applicare i codici dell'alta cucina alla ristorazione democratica, che è quella che poi lo manda avanti. La sua è una cucina più che etica, nel senso più pieno del termine, perché non smette di porsi domande su come migliorare l'uomo, quello che cucina (lui, quello con la barba), quello che mangia e tutti coloro che, in mezzo, producono e collaborano. Ogni visita nella sua capsula hi tech nell'Abruzzo profondo, che costringe i suoi seguaci a lunghi pellegrinaggi curvilinei, è un atto di fede.

Il suo ultimo menu sgomenta meno rispetto allo sconvolgente atto di vegetalismo del 2022/23 ma consolida i principi di purezza e coerenza con piatti come la Misticanza al pomodoro, olio e farro, l'Insalata tiepida di bieta e soprattutto Penne e salvia, un audace discorso sull'amaro che conduce l'ospite dall'odio all'amore. Il servizio si affida alla grazia quieta della sorella Cristiana. In cantina non c'è più Gianni Sinesi ma la carta resta un pozzo di meraviglie.