E mi piace di notte ascoltare le stelle... è una celebre frase de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupèry. Parole perfette anche per l’altro Piccolo Principe, quello del Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio. Dopo la cena, se soggiornerete qui (godendovi la colazione più strabiliante d’Italia la mattina dopo), vi risuoneranno in testa le parole che Giuseppe Mancino vi avrà rivolto durante la serata, parole soavi e luminose: i suoi piatti.
Uno chef di grande personalità, lucido, tecnicamente impressionante, che declama una Toscana nobile, raffinata, culturale. Non sembra avere punti deboli, cadute di tensione, un percorso netto che non vorresti finisse mai. A cominciare da una introduzione esemplare, forse la migliore mai assaggiata in carriera: un viaggio in Toscana attraverso sette amuse bouche di mirabile iconicità. Esempi di pensiero e modernità sono Scampo e alghe, il Carciofo, il Piccione e il Risotto seppia e calamaretti, semplicemente perfetti; soprattutto l’Animella, cottura da manuale e parte vegetale per un’architettura del gusto meravigliosa. In sala Davide Macaluso, molto più di un sommelier e di un maître, un gigante: come tutto qui, enorme.
giornalista enogastronomico, direttore responsabile di James Magazine, ama la bellezza, gli Champagne e due colori: il nero e l'azzurro
Ristorante con camere
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