Solo a Bologna sopravvive una via Stalingrado ed è meta, a dispetto del nome evocatore di Siberia e Kolima, di appuntamenti goderecci. Se Epicuro passasse da quì, infatti, si fermerebbe certo al Cambio e li proverebbe tutti, i piatti storici che mai stancano! Un ingordo, di fronte ai tortellini in doppio brodo di carne "come una volta", cederebbe alla tentazione di riempirli di parmigiano, ma è un peccato, perché si copre la delicatezza del brodo. Allora, si mangiano uno ad uno, per meglio assaporarli e farli durare di più... Che dire poi della cotoletta di vitello alla bolognese? La quale, forse, sarebbe costoletta in quanto munita d'osso? Beh, a Bologna si chiama così e chi siamo noi per contestare la tradizione, la quale, qui, accanto al burro e allo strutto, secerne sacralità? E il bel prosciutto crudo dolce e le scaglie di parmigiano reggiano che l'avvolgono in un concentrato di opulenza? Come tacere, ancora, del petto di faraona ripieno di patate e tartufo? E della guancia di manzo brasata al Sangiovese su purè di patate? Impossibile scegliere.
Allora, concentriamoci su quel ricciolo di mortadella offerto in apertura, che è la sintesi mirabile di tutto...
giornalista, produttore di vino, birra e olio a Noto (Siracusa), è cacciatore, pescatore e gli piace nuotare, leggere, viaggiare, mangiar bene e bere meglio
+39051505074
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