Se ci chiedeste dove vanno gli chef nel loro giorno libero, saremmo pronti a scommettere: in un posto confortevole, senza pretese e dove si mangia genuino ma, soprattutto, bene. A Madrid, è l'identikit di Sacha. Fuori dal radar degli itinerari turistici, nel quartiere di Chamartin, questo bistrot old school, attorniato da grandi blocchi residenziali, gode dell’intimo fascino di un’epoca passata: la facciata blu brillante, il tovagliato bianco, le sedie cigolanti, le antiche credenze e le cornici con foto di famiglia sbiadite e ritagli di giornale.
È anche uno di quei luoghi in cui l’oste ha una grande personalità e sembra proprio nato per occuparsi dell’ospitalità, come nel caso di Sacha Hormaechea, noto a tutti solo come Sacha.
Il menu, radicato nella tradizione gastronomica spagnola, viene cambiato stagionalmente dallo chef, eccezion fatta per alcuni signature dish ormai in carta da anni. Non si può dire di esser stati da Sacha senza aver provato l’incredibile Tortilla vaga, una sottilissima “tortilla pigra” con chips di patate, piparra (peperoncini verdi dolci) e sanguinaccio. In carta c’è anche la delicatissima “falsa lasagna”, setosi strati di pasta fresca conditi con granchio e ricci di mare, un tocco di eleganza tra i più rustici piatti a base di frattaglie, carciofi fritti e cervelli di bovino in pastella.
A Sacha piace tenervi sulle spine e scherzare così vi proporrà, tra i più classici dessert, un simil French toast, simile per gusto e consistenza, in realtà un cervello fritto cosparso con zucchero a velo e cannella.
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Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori Identità Golose