Tra le campagne e le colline del Lazio, a Rivodutri, risiede un luogo in cui l'ars della famiglia Serva, culinaria e di sala, è perpetuata da ben due generazioni: i fratelli Sandro e Maurizio, in cucina, e i loro figli, Amedeo e Michele, a occuparsi, egregiamente, della sala e della cantina.
Qualche anno fa una ristrutturazione ha rinfrescato l’atmosfera mantenendo però l’impronta culinaria che, da tanto, evolve nel segno del classicismo e della sobrietà, e definita mediante un gusto sempre centrato, sempre misurato eppure sempre caratterizzato dalle molteplici sfaccettature che amplificano la percezione, netta, dell'eleganza che abita questa dimora familiare.
Qui, peraltro, al territorio è dedicato un tributo costante attraverso l'iridescenza e la croccantezza delle carni dei pesci di acqua dolce, che diventano la tela per accogliere suggestioni che arrivano anche da altrove. Duttilità, fantasia e ferma padronanza della tecnica sono, dunque, le caratteristiche di piatti semplici solo in apparenza, che non disdegnano di aprirsi anche alle tentazioni dell'amaro, reificato attraverso elementi quali l’elicriso e il brodo di genziana. I dessert sono, poi, uno degli assi nella manica de La Trota, affidati all'estro e alla sensibilità di Jasmine Smordoni: cui va il plauso per la rivisitazione, sempre insidiosa, dei grandi classici. La Trota si conferma così una delle grandi imprese famigliari della ristorazione italiana.
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Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori Identità Golose