Strazzaria

Grazie alla collaborazione con Lello Ravagnan (l'inventore di Grigoris: garanzia assoluta) ha aperto in pieno quartiere ebraico un locale suadente, frutto di una ambiziosa ristrutturazione, e il cui nome si rifà al commercio di stoffe e abiti usati, un tempo attivissimo. Affascinante l’ambiente (decisamente più ristorante che pizzeria e, infatti, qualche proposta extra-pizza e di qualità si trova), suggestivo il luogo (splendida, in estate, la vista sul campo del Ghetto), anche la pizza fa la sua figura.

La lista è (giustamente) contenuta, con cinque pizze “veneziane” con curiosi abbinamenti che richiamano perlopiù la tradizione lagunare (Polenta e schie, Risi e bisi, Impepata di cozze, Fenice in fiamme) e la Margherita dell’orto, che invece gioca sui sapori delle coltivazioni delle isole veneziane. Poi le dieci rosse (quasi tutte classiche, e con proposte anche vegane) e le otto bianche (con la Conciato e fichi, già un long seller di Grigoris). Infine, la riscrittura di alcuni classici.

Le verdure arrivano dalle coltivazioni di Osti in Orto a Sant’Erasmo, gruppo del quale Strazzaria fa parte assieme ad altri ristoranti giusti della città, mentre la carne, dalla Toscana, porta la firma della Macelleria Fracassi. L’insegna è già una certezza. Consiglio: tenere alta la guardia (soprattutto sugli impasti) e non sedersi sugli allori di un immediato successo.