Piccolo Buco

A due passi dalla Fontana di Trevi, Piccolo Buco custodisce un forno che dal 1916 cuoce emozioni. Nato come forno toscano, dove regnavano pane e castagnaccio, nel 1976 cambia rotta quando una famiglia “adotta” un giovane egiziano appena sbarcato a Roma durante un viaggio intorno al mondo. Quel ragazzo benestante, Hamed Issa Hassan, era una delle ultime guardie a cavallo di re Farouk, ed era il nonno dell’attuale proprietario del locale, Luca Issa. Proprio Hamed ha dato inizio alla carriera imprenditoriale della famiglia.

Nel 1995 è nato ufficialmente Piccolo Buco, gestito da Houssam Hamed Issa Hassan e Giuseppina Sperduto, i genitori di Luca. Nel 2015 quest’ultimo ha preso le redini dell'insegna con un’idea precisa: puntare sulla qualità, anche a costo di guadagnare meno. L’impasto, con 48 ore di lievitazione, è preparato con farine del Molino Marino, acqua Plose, olio extravergine monocultivar e sale di Guérande, con condimenti come la passata bio Paglione e il fiordilatte di Latterie Gargiulo.

L’unico modo per assaggiare le pizze - soffici e ariose - è fare la fila: il locale non prevede prenotazioni. Tra le più amate ci sono Diavola gialla, Burrata Margherita, Parmigiana e pesto.

Piccolo Buco è, appunto, piccolo ma, nonostante i 35 coperti, sforna 500 pizze al giorno e ha una clientela al 95% internazionale. Una storia di passione, tradizione e amore per Roma che oggi conquista l’America, con due sedi già aperte nell’Illinois e altre in arrivo.