Al Pachino

Pamela Petrocco nel 2008 ha trasformato la sua passione per il lievito, nata quando aveva soli 16 anni, in una professione, con l’apertura di Al Pachino, pizzeria creata insieme al marito Giovanni. Durante la pandemia, ha scelto di diventare vegana e, di conseguenza, ha rivoluzionato anche il menu del locale, eliminando la carne, accettando il rischio di perdere la sua clientela storica. La scommessa ha funzionato: oggi Al Pachino è un punto di riferimento per chi cerca una cucina vegana capace di richiamare i sapori tradizionali, con pinse come la Vegano in Calabria, preparata con ’nduja autoprodotta a base di proteine di soia e peperoncini calabresi, e la Scapece, o la Fiori, diventate dei must.

Il menu cambia stagionalmente, puntando sugli ortaggi e sulle verdure del momento. Oltre agli impasti, Pamela coltiva la passione per la friggitoria, con il motto "Fritto è bono tutto": ampia l'offerta di supplì e frittatine di pasta.

Anche molti clienti onnivori apprezzano la sua proposta, che unisce etica, gusto e autenticità. Con 26 coperti, 40 in estate, Al Pachino è un locale piccolo e accogliente, in cui Pamela e Giovanni fanno sentire a casa i clienti. La pizza è gustosa, saporita e croccante. Non ha nulla da invidiare alle pizze classiche che presentano fiordilatte, formaggio, pancetta e salsiccia. Ad ogni morso, ci si dimentica che si stanno assaporando delle pizze che non contengono ingredienti di derivazione animale. E si torna a casa contenti.