Bitter Bar

Via di Mezzo corre stretta tra pietre antiche e silenzi fiorentini, da Sant’Ambrogio a Borgo Pinti. Medioevo sotto i piedi, tabernacoli agli angoli. Ed è qui che si trova il Bitter Bar. Per entrare devi suonare il campanello e, se non hai prenotato (ed è richiesto farlo), puoi solo sperare che ci sia spazio per meritarti l’ingresso.

Una volta dentro, ti accoglie un’atmosfera anni ’20: luci soffuse, velluti, dettagli Art Déco e musica jazz in sottofondo. Pochi posti, clienti selezionati, divieto di usare flash o luci per fare foto. Nessuna cucina, salvo eccezioni su prenotazione. Qui comanda il cocktail.

In carta trovi solo signature: drink studiati come piatti da stella Michelin. Mehran Lashgari, bar manager e titolare del locale, persiano di nascita e fiorentino d’adozione, crea miscele raffinate con infusioni, affumicature e invecchiamenti in botte. Come il Nube Rosa, morbido e tagliente, con mezcal, miele amaro e lampone. O il Tequila Pearadise, un finto tropicale dove tequila reposado, cognac alla pera, lime e acido citrico si fondono in un equilibrio fragrante.

I puristi non temano, però: i classici ci sono. Basta chiedere.