Fabrizio Marino
Animelle e spugnole in timballo di pasta, salsa di foie grasdi Yannick Alléno
Primo piano Su Identità Digitali, sette piccole rivoluzioni e un unico comune denominatore: la pasta
THE ITALIAN BEST. Fuori dalla Guildhall di Londra, 4 dei 5 italiani in classifica nella World's 50 Best 2013, sponsorizzata da Acqua Panna e S.Pellegrino: da sinistra, Enrico Crippa del Piazza Duomo, 41° (new entry); Massimo Bottura dell'Osteria Francescana, 3° e mai così in alto in classifica; Davide Scabin del Combal.Zero, 40° (re-entry) e Umberto Bombana di Otto e Mezzo a Shanghai, 39° (new entry). Mancano i fratelli Alajmo de Le Calandre, 27° e +5 rispetto al 2012. Il primo posto è tutto dei fratelli Roca del Celler de Can Roca di Girona in Spagna, primi davanti al campione uscente Renè Redzepi del Noma, ora secondo
Terzo Massimo Bottura e la sua Osteria Francescana nella classifica 2013 dei “Fìfti best” (mai un italiano a medaglia) in un lunedì dove il tricolore ha sventolato anche per altri nuovi ristoratori. E per chi gioisce, c’è che si accorge che dopo i mondiali di calcio l’anno prossimo e le Olimpiadi nel 2016, per il podio della ristorazione planetaria il Brasile deve ancora attendere: Alex Atala, suo il D.O.M. a San Paolo, non solo si risveglia da un sogno una volta ancora fuori, ma addirittura lontano perché, da quarto che era, eccolo sesto.
Joan, Josep e Jordi Roca, i 3 fratelli d'El Celler de Can Roca di Girona in Catalogna (Spagna), da stasera primi al mondo (foto Brambilla/Serrani)
E dall’ipotesi di un successo sud-americano, che diventa impossibile anche per la prossima stagione perché il contraccolpo mediatico sarà pesante, un anno a riprogrammare tutte le strategie per poi sfruttare il traino dei due massimi eventi sportivi, a un podio una volta ancora tutto europeo. Con novità: dopo due arrivi fotocopia nel 2011 e nel 2012, primo Noma, secondo Celler de Can Roca e terzo Mugaritz, la Spagna fa un passo in avanti e uno indietro perché il dispiacere per Andoni quarto è compensato dalla gioia totale per il successo dei fratelli Roca, Joan, Josef e Jordi. A loro il ruolo di eterni secondi andava stretto, anche ingiusto. Sono state insomma rimesse a posto le lancette dell’orologio e la Spagna fa festa. Non sono più solo i fratelli Adrià, Ferran e Albert, ad avere vinto con El Bulli (e per ben 4 volte prima di chiudere e cambiare prodotti e orizzonti).
Con Redzepi comunque contento perché, dopo un tris di successi, un secondo posto non è un disonore, l’altro volto felice è quello di Massimo Bottura, terzo. Mai un ristorante italiano nei top 3, e centrare il bersaglio per l’Osteria Francescana è impresa grande in una stagione che l’ha vista chiusa prima per lavori di ristrutturazione e poi per complicazioni da terremoto in Emilia.
Massimo Bottura intervistato ieri su Bloomberg TV: è suo il primo podio italiano nella storia della World's 50 Best
Non è però tutto in Casa Italia e non mi riferisco al premio di Best Female Chef consegnato a Nadia Santini (Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio nel Mantovano). Al 39° posto, un’altra buona nuova, ritroviamo Umberto Bombana con l’81/2 a Hong Kong, tre stelle Michelin come Bottura, Alajmo e Crippa. Peccato che Lopriore abbia gestito la chiusura del suo locale a Siena senza pensare ai suoi colleghi. Votato da tanti fino a confermare la sua presenza nei primi 50, a votazioni concluse ha annunciato che mollava il colpo dopo dieci anni di gioia e delusioni. Gli organizzatori, la rivista inglese The Restaurant, ne ha preso atto e fatto salire tutti di un posto, se però il comasco avesse comunicato le sue intenzioni in anticipo, tutti avrebbero spostato i suoi voti su un altro chef, Cracco ad esempio, appena 82° e magari ieri sera avremmo festeggiato un risultato di squadra ancora più felice.
Enrico Crippa all'esterno della Guildhall di Londra: il suo Piazza Duomo è new entry al 41° posto
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. twitter @oloapmarchi
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