15-12-2011
Lo straordinario scorfano gustato all'Alex Ristorante di Lecce, telefono +39.0832.301107. Ma c'è anche un cellulare: +39.349.1311239.
L’Alex dell’insegna, in via Vito Fazzi 19, pieno centro storico di Lecce, non è una persona sola, bensì due, un’Alessandra e un Alessandro, lei in cucina e lui in sala, lei che di cognome fa Moschettini mentre lui è Libertini. Un matrimonio ciascuno alle spalle e una vita tutta loro nel nuovo secolo, in un crescendo di impegni golosi qui nel capoluogo del Salento ma anche a San Cataldo, una delle due marine leccesi, quella sulla costa adriatica (Porto Cesareo quella ionica).
Per un po’ l’Alex era l’Alex Bar di San Cataldo, poi Alex&Alex hanno deciso per il grande salto dalla periferia al centro, a pochi passi da Piazza Sant’Oronzo che è l’ombelico storico di Lecce, con l’anfiteatro romano e le vie che portano verso streganti piazze, chiese e palazzi. E anche se sulla targa in ottone apposta all’ingresso è scritto Alex Ristorante, la vetrina accanto è quella del bar. Attenti a non confondervi, soprattutto quando tornerà il caldo e si potrà di nuovo pranzare all’aperto, alcuni tavolini si riferiscono al ristorante, altri al caffè e le proposte inevitabilmente mutano.
In una regione dove si mangia sempre meglio, cresce anche il Salento pur se il divario rimane con le altre province. A te forestiero, tutti dicono che si mangia meglio a casa che al ristorante e c’è tanta verità in questa affermazione. Così è continuo il raffronto, per chi cucina secondo tradizione, con i piatti preparati a casa dalla clientela, mentre chi cerca vie nuove, viene facilmente visto con diffidenza, una sorta di stregone.
La targa all'ingresso del ristorante di Alessandra Moschettini e Alessandro Libertini a Lecce.
A scanso di equivoci, all’Alex si sta bene e si mangia bene, anche in maniera simpatica e originale, penso sia solo una questione di tecniche ed esperienze di base, perché un conto è aprire una trattoria proponendo i piatti di casa e un’altra decidere quando non si hanno più vent’anni di svoltare e abbracciare tutt’altra realtà. E cucinare innovativo richiede molto più impegno, perché bisogna mettere a punto molti più dettagli. In tal senso, il figlio di lei, che sta facendo gavetta in importanti insegne, sarà di certo più netto e chiaro nei passaggi della madre, a pari prodotti. E’ solo una mera questione di alfabeto, di chi non ha avuto modo di impararlo presto a memoria e dopo è tardi.
Alessandra merita grande fiducia per la determinazione che mette nel suo lavoro, e il periodo non è certo facile. Fosse rimasta con il bar al mare o a Lecce si limitasse a piatti tranquilli, penso correrebbe meno (anche se dovrebbe fare più coperti). Invece in lei brucia il fuoco dell’alta cucina, il desiderio di poter dire che il piatto è suo anche a livello di idea. Brava.
Dimenticatevi dei 14 sali colorati diversi, dei sei oli in boccette sigillate (quattro aromatizzati) e dei tre condimenti, non sono sbagliati ma io preferisco gustare il piatto come esce. Penso che lo chef lo abbia definito e licenziato come ritiene meglio, e il resto sia solo un dare la possibilità di giochicchiare all’ospite poco convinto e interessato al cibo, un tenerlo occupato con qualcosa di diverso visto che è poco interessato al cibo in sé.
Un esemplare della cosiddetta Ostrica imperiale, dalle carni rosse. Vive a una trentina di metri di profondità nelle acque pugliesi.
Trionfo di colori e di sapori con gli antipasti caldi: Azzurro è un viaggio nel mondo del pesce azzurro, la loro portata così così, con le cotture e gli insiemi un po’ troppo per conto loro. Baccalà mantecato è ricco di crema di porro, polvere di capperi, pomodori e alici, cremosamente ricco. Il Polpo ha le classiche patate in abbinamento, anche le patate viola croccanti, un mix di alghe nori, wakamè e kombu nonché una maionese verde.
Al momento del primo ho rinviato a una successiva visita i Quattro risi con gamberi al curry (quattro perché un poker di rosso Camargue, bianco Basmati, nero Venere e di nuovo bianco con il Jasmine), preferendo la pasta senza scegliere tra Spaghetti affumicati con vongole veraci e pomodorini grigliati e il Sospiro del mare, fettuccine Cavalieri con molluschi e crostacei al nero di seppia, verdure e pepe. Sena scegliere perché in tre li abbiamo ordinati entrambi dividendoceli. Peccato per gli spaghetti troppo salati.
A sorpresa, prima del dessert, un sodo, saporito e perfetto scorfano. Quando penserò al pesce, penserò a lui. Bontà assoluta. In fondo bastava leggere la frase sulla copertina del menù: “Noi siamo il mare”. Esatto.
ALEX RISTORANTE Via Vito Fazzi 19 LECCE Telefono: +39.0832.301107 // 349.1311239 E-mail: alexbaristorante@tiscali.it Chiusura: mercoledì (in estate sempre aperto) Prezzi medi: antipasti 20 euro, primi 18, secondi 25, dessert 8. Menu degustazione: 60 euro (sei portate) e 80 (otto). Coefficiente di difficoltà: sufficiente, cucina di colorata passione.
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi