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Marcus Eaves è il dinamico chef prodige della scena culinaria londinese. Nel 2008, ad appena 14 mesi dall’apertura (e a soli 27 anni dai natali personali), il suo ambizioso locale ha raccolto la prima stella Michelin, oltre ad una messe di allori. Un piede già piantato nel successo, con la complicità del bistellato mentore Shane Osborn. Nato nel 1981 in un contesto agricolo, che gli ha insegnato il culto della stagionalità e del prodotto, nonché figlio d’arte di un cuoco d’albergo, Marcus si è diplomato presso lo Stratford College of Food & Technology, facendo mostra di un talento che gli ha aperto le sue prime porte. Nel 1997 è commis di pasticceria in un anonimo ristorante in Warwickshire, contea dove si ferma a lungo quale chef de partie presso lo stellato Simpsons Restaurant. A Somerset le stelle diventano due, quelle del Lettonie Restaurant, dove officia come chef de partie dal 2001 al 2002; idem al Landmark Hotel, che nel 2002-2003 segna il suo ingresso nella capitale. E qui ci mette lo zampino Shane Osborn, che lo fa planare al Pied à Terre, ristorante dove torna dal 2005 al 2007 nelle vesti di secondo, dopo una parentesi presso l’Hibiscus in Shropshire. Il tutto condito da stages con Raymond Blanc e Philippe Chevent. Dal novembre 2007 Marcus è chef patron dell’Autre Pied, nel cuore di Marylebone Village, seconda staffa per il partner di sempre Shane Osborn, che di lui dice: «È stato un vero piacere osservare la sua crescita, da giovane cuoco di talento a professionista di punta del paese. È lo chef più dotato con il quale abbia mai lavorato, e la stella Michelin non è che la ciliegina sulla torta. A mio giudizio, Marcus Eaves continuerà ad avanzare fino alla vetta». Al crocevia fra l’estrazione face to face con il prodotto very british e la creatività maturata lento pede, la cucina dell’Autre pied ha un’anima colta e l’altra informale. Il piede è un simbolo ancestrale, che parla di movimento e di equilibrio, di una danza che rende inafferrabile il bersaglio mentre progredisce sul cammino: un piede a terra e l’altro in aria nella cinestesia del movimento culinario.
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Umbra di Perugia con residenza a Bologna, è giornalista e scrittrice di cucina. Tra i numeri volumi tradotti e curati, spicca "6, autoritratto della Cucina Italiana d’Avanguardia" per Cucina & Vini
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