01-12-2022

Giuseppe Dell’Anno: il baker italiano che sta conquistando il pubblico britannico

Nel 2021 è stato il primo vincitore italiano del seguitissimo The Great British Bake Off. Da poco ha pubblicato il suo libro di ricette, Giuseppe’s Italian Bakes

Giuseppe Dell'Anno con il suo primo libro, in

Giuseppe Dell'Anno con il suo primo libro, in cui raccoglie 60 ricette tra torte classiche, dessert e lievitati salati

Il 2021 pareva davvero l’anno dell’Italia: pioggia di medaglie alle Olimpiadi e Para Olimpiadi di Tokyo, primi all’Eurovision con i Måneskin, campioni d’Europa nel softball femminile e nel calcio maschile e molto altro, in tanti campi diversi dalla musica allo sport. E anche in cucina! Per la prima volta infatti un italiano ha vinto il reality culinario The Great British Bake Off, seguito format inglese esportato in diversi paesi, tra cui l'Italia. Quando cominciò nel 2010 nessuno si sarebbe aspettato che guardare 12 concorrenti fare dolci, pane, biscotti e torte sarebbe stata una cosa così avvincente! E invece il programma è diventato popolarissimo (con molte copie: Bake Off per professionisti al quale ha partecipato anche Stefano de Costanzo, gare di ceramica, cucito, e così via).

Ma non era mai successo che vi partecipasse un italiano fino all’anno scorso, quando - tra i sempre eterogenei concorrenti - ha fatto la sua comparsa Giuseppe Dell’Anno, un connazionale residente in Inghilterra da molti anni che già dopo le prime puntate cominciò a farsi notare per talento e creatività, ma anche per la sua simpatia e, possiamo dirlo, serietà nell’affrontare le prove alquanto difficili pensate dai giudici del programma.

E alla fine il suo impegno ha dato i frutti: Dell’Anno ha vinto, conquistando il pubblico, soprattutto quello inglese (nonostante la vittoria italiana agli Europei di calcio maschile del Luglio 2021 avesse lasciato parecchio amaro in bocca da queste parti!).

È appena uscito il suo primo libro di ricette - italiane ovviamente - chiamato Giuseppe’s Italian Bakes. La nostra cucina ormai è diffusa, ma i prodotti da forno, i biscotti, la pasticceria, molto di meno. Il volume è comunque molto di più di una collezione di istruzioni su come fare dolci e pizze rustiche; è una storia personale, di chi come chi scrive si trova a metà tra due mondi, e la voglia, anzi la necessità di mantenere il nostro imprint culturale anche se siamo ormai ben inseriti nel paese d’adozione.

Una foto del giorno della semifinale nel tendone di Bake Off. Con Giuseppe anche Juergen, Crystelle e Chigs

Una foto del giorno della semifinale nel tendone di Bake Off. Con Giuseppe anche Juergen, Crystelle e Chigs

E la storia di Giuseppe, di come si è avvicinato ai fornelli e di come è finito al Bake Off, è di quelle belle. Quando lo incontro (durante la presentazione del libro), gli chiedo di cominciare dall’inizio. “Mio padre era chef, quindi l’ho sempre visto in cucina e ho sempre mangiato benissimo a casa. Tutto fatto a mano, fresco. Era naturale che poi una volta diventato padre, volessi far rivivere l’esperienza ai miei figli”.

Dell’Anno ha tre figli, e di mestiere faceva l’ingegnere prima di mandare - così per caso, complice anche la noia del lockdown - la domanda per partecipare al programma. Vive a Bristol con la famiglia e, una volta finite le riprese, aveva anche accettato un ottimo lavoro a Milano: più responsabilità, più prospettive di carriera e soprattutto il ritorno in Italia. Ma una volta che il Bake Off è andato in onda diverse porte si sono spalancate e l’opportunità di pubblicare un libro era troppo importante per lasciarla andare.

Ha così salutato Milano e la carriera ingegneristica per dedicarsi full time a tutto ciò che la vittoria del programma comporta: il libro, ma anche cooking show e demo, presentazioni e apparizioni in TV (per esempio come giudice ospite al Bake Off Italia).

Gli chiedo se ha avuto qualche remora a ‘lasciare la via vecchia’ per una nuova magari un po’ incerta: “Molte, sicuramente. È stato un passo difficile, soprattutto perché a Milano avevo un lavoro che mi piaceva davvero e tanti amici. È stato un po’ come fare un salto nel buio, perché sono passato da un lavoro con orari e salario regolari a non sapere esattamente cosa farò tra due mesi!”.

Il suo background ingegneristico fa capolino nel modo in cui le ricette sono spiegate e gli ingredienti accuratamente misurati sia per il mercato europeo, sia per quello americano (tutto in ‘cups’).

Racconta che quando ha trovato il ricettario del papà, tipicamente scarno in fatto di istruzioni e misure, ha dovuto usare non poco la sua mente matematica per convertire le quantità. Il papà infatti cucinava per i passeggeri delle navi da crociera, e le sue ricette prevedevano chili, non grammi, di farina!

Giuseppe Dell’Anno con altre due star di Bake Off, Rahul Mandal ed Andrew Smyth, e la torta speciale che hanno firmato insieme

Giuseppe Dell’Anno con altre due star di Bake Off, Rahul Mandal ed Andrew Smyth, e la torta speciale che hanno firmato insieme

Ci vorrà sicuramente un po’ ad abituarsi ai nuovi ritmi, ma al momento Giuseppe è occupatissimo, presentando il libro su e giù per il regno e incontrando il pubblico. Che effetto gli ha fatto questa notevole, improvvisa notorietà?“Bella domanda!” esclama - “La popolarità del Bake Off è tanta, ma quello che non mi aspettavo è sui social, dove è davvero incredibile, tanto che la produzione offre anche una preparazione dal punto di vista psicologico ai concorrenti, per prepararli al ‘dopo’, all’esposizione e al rischio di trolling”.

Dell’Anno fino ad ora ha solo avuto commenti incoraggianti e positivi e tanta simpatia. “O magari non mi accorgo di quelli negativi!” dice ridendo. In ogni caso, avendo già raggiunto oltre 250,000 follower su Instagram, sembra sia un canale sul quale si trova a suo agio nonostante mi confessi che prima del Bake Off usava Facebook solo per tenersi in contatto con gli amici in Italia. E, quasi che sia una cosa inaspettata, dice che ogni tanto lo fermano per strada, e spesso sono anche persone che hanno visto il programma fuori dal Regno Unito.

Tra video ricette e novità sul book tour, è un piacere seguirlo. Mi spiega anche che i concorrenti degli anni passati sono sempre molto disponibili con quelli di ogni nuova serie, offrendo un network di supporto non indifferente, e che quindi anche lui si è trovato con entusiasmo nella stessa posizione qualche settimana fa quando il Bake Off è ricominciato. In ogni caso, a confronto di altri ‘food influencer’, Dell’Anno è davvero presente con chi si fa avanti, chi gli chiede consigli. Risponde a tutti, con gentilezza e attenzione. Quando gli faccio notare che non succede sempre, anzi, mi dice che per lui è normale, è anche un fatto di educazione e se lo fa troppo in ritardo, gli dispiace davvero.

E parlando di comunicazione, gli domando quindi come pensa si possa comunicare una cucina italiana autentica all’estero.

“Ancora non so come risponderti, me lo sono chiesto anche io - ammette - perché aspetto di vedere come sarà ricevuto il libro”. Nonostante sia nato a Gaeta, Dell’Anno ha messo insieme ricette provenienti da tutta la penisola, tra classici più conosciuti e delizie regionali ma sottolinea che le sue sono ricette davvero italiane, con ingredienti e metodi a noi conosciuti ma che altrove (qui nel Regno Unito come anche negli Stati Uniti dove il volume sta per uscire) metteranno in difficoltà non poche persone, come per esempio l’uso dello strutto nella pasta frolla. “In America saranno anche più critici, quindi attendo di leggere commenti o recensioni e così capire se sono riuscito o meno a comunicare l’autenticità della nostra cucina, nel mio caso prodotti da forno sia dolci sia salati”.

Giuseppe Dell’Anno in uno scatto di Matt Russell 

Giuseppe Dell’Anno in uno scatto di Matt Russell 

Quando ha affrontato l’impegnativa preparazione per il programma, ha sempre aggiunto un ‘italian twist’ in tutto quello che ha proposto, ma attenendosi comunque alle regole fondamentali della cucina anglosassone. “Qui i dolci, le torte, sono molto diversi dai nostri, e quindi anche i gusti. Vedremo come il pubblico accoglierà un tipo diverso di pasticceria, anche in casi di dolci particolarmente alieni al palato straniero come la pastiera”.

La visibilità che ha ottenuto con il programma e a seguire con i social speriamo contribuirà a far conoscere più a fondo quello che in effetti sono le nostre tradizioni, quelle per noi più genuine.

Sfogliando le pagine del suo libro, le eleganti fotografie di Matt Russell, viene davvero voglia di mettersi a impastare anche perché (e non credo di essere la sola) si sente la nostalgia di casa. C’è la ricetta del Danubio napoletano, presente a tutte le feste di classe negli anni ‘80; la torta della nonna, i brutti ma buoni, il bunuet, e anche le deliziose, le ‘pastarelle’ che mia nonna ci portava sempre per il pranzo della domenica. E ci sono anche utilissimi codici QR che caricano video di Giuseppe che spiega a fondo una tecnica o un impasto.

L’Italia tutta entra nelle pagine degli Italian Bakes di Giuseppe, e speriamo, da lì possa conquistare i palati stranieri.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Federica Carr

Napoletana residente a Londra, vacanziera subacquea, è website manager di mestiere e foodie per passione

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