10-08-2019

Viaggio ad Awaji Island

Reportage dal Giappone primordiale, nelle strutture di accoglienza e svago volute da Yasuyuki Nambu, visionario

Il complesso Hello Kitty Smile sull'isola di

Il complesso Hello Kitty Smile sull'isola di Awaji, prefettura di Hyogo, Giappone

Awaji è la prima isola del mondo, narra la leggenda, creata dagli dei Isanaghi e Isanami, fratello e sorella che, con la loro “Lancia Gioiello del Cielo”, dall’alto del loro “Olimpo”, rimestarono il brodo primordiale in cui era immersa la terra e risollevando la lancia, lasciarono cadere una goccia dall’alto, che tornando sul globo, costituì Awaji. 

Awaji è in Giappone, nella provincia di Hyogo, famosa per la città di Kobe, conosciuta come il luogo della carne giapponese che ha conquistato il mondo. L’isola però nasconde ben altri tesori, prodotti e destinazioni tutti da scoprire. Il protagonista del nostro viaggio e colui che vuole lanciare Awaji nel mondo, divinità a suo modo, è mister Yasuyuki Nambu, uno degli uomini più influenti del Giappone. Nambu quarant’anni fa ha creato una delle più grandi aziende di risorse umane dell’Asia, Pasona Group, realizzando programmi innovativi per l’inserimento delle persone nelle aziende, per il loro benessere lavorativo e quello delle loro famiglie.

Dopo il terremoto del 1995 che devastò Kobe con 6.434 morti e oltre 300mila sfollati, Nambu ebbe sempre in mente di voler contribuire alla rinascita della sua città natia e di tutta l’isola. In quest’ultimo anno e in particolare negli ultimi mesi, il presidente di Pasona Group ha avuto più tempo da dedicare ai suoi sogni e ha costruito ben 7 location di accoglienza e attrazione sull’isola, con un programma molto fitto per i prossimi 5 anni che vedrà coinvolto anche il suo amico grande architetto Tadao Ando.

Una di queste location è un ristorante a due piani, l'unico al mondo con licenza esclusiva del personaggio di Hello Kitty (da non confondere con alcuni caffè che possono usare il brand), posizionato sull'oceano: Hello Kitty Smile. Il ristorante ha una cupola a forma di testa di Hello Kitty di 14 metri di diametro che ospita un cinema con projection mapping di ultima generazione, un negozio di oggetti personalizzati e un museo dedicato alla storia di Hello Kitty. Anche se la struttura per un europeo sembrerà un po’ kitch, in realtà l’operazione è rivolta al turismo asiatico che conserva una vera e propria venerazione per il gatto senza bocca, disegnato dalla designer Yuko Shimizu nel 1974 e prodotto dall’azienda Sanrio con un successo ormai globale. 

Tre piatti del resort Hello Kitty Smile

Tre piatti del resort Hello Kitty Smile

Nel ristorante la cucina è divisa tra due chef, uno giapponese e l’altro cinese. Si tratta dell’General Producer di tutte le attività di Nambu sull’isola, Yamashita Haru e dello chef cinese Chon Che Win. I piatti della cucina orientale che abbiamo provato sono eseguiti alla perfezione e serviti, nei tavoli con centro girevole, da un servizio di sala solerte e professionale. Zuppa di pinne di squalo, Dim sum deliziosi, il Pesce palla stufato con i noodles, i Gamberi con cipolla e ginger e molti altri piatti suddivisi in diverse tipologie di menu degustazione o da ordinare come singole portate. Il ristorante di lusso ha poi anche una zona più alla mano, stile bistrot e un caffè dove poter assaggiare diverse selezioni di tè cinesi pregiati, come quelli che sbocciano con un fiore nella tazza, con i biscotti a forma di Hello Kitty, torte e dolci al cucchiaio.

Mr.Nambu ha dato vita anche a due enormi parchi divertimenti dedicati a famosi anime giapponesi che sono conosciuti in tutto il mondo. I parchi sono costruiti nel cuore verde dell’isola curato dall’amministrazione locale, in questo modo contribuiscono all’offerta di intrattenimento e hanno punti di ristoro pensati su misura per le famiglie, dove i prodotti locali dell’isola la fanno da padrone e dove è possibile fare pic-nic seduti nel prato.

Il primo dei due è il primo grande parco a tema al mondo dedicato a Naruto & Boruto, due personaggi che hanno colorato l’infanzia non solo dei giapponesi, ma anche di tutti i veri appassionati del genere; il secondo Nijigen’nomori park invece è un parco con diversi ‘percorsi vita’ di difficoltà crescente, per gli amanti degli sport e delle prove fisiche, ma anche luoghi gettonati dalle aziende che vogliono organizzare team building e attività ricreative per manager e dirigenti.

L’Hotel che caratterizza tutta l’offerta pensata da Nambu per quest’isola delle meraviglie, è un resort extra lusso composto da 23 bungalow e situato sulla collina più alta di Awaji: Awaji Grand Chariot 135. Qui la zona è attraversata dal 135 parallelo e viene considerata un ‘power spot’ di energia naturale. L’architetto che ha pensato il complesso ha disegnato i bungalow a pianta circolare, con tetto conico in sequenza, su file sfalsate in modo che ogni stanza goda al massimo del panorama circostante. Tutti i bungalow hanno una terrazza attrezzata che affaccia o sulle colline o sull’oceano e al centro della stanza, proprio sopra il letto, c’è una finestra circolare per ammirare il cielo. Gli arredi interni, il pavimento e il bagno con la tradizionale vasca giapponese, sono interamente in legno. L’interior design è curato nei minimi dettagli, con oggetti e lampade fatti acquistare in tutto il mondo da mister Nambu (che ha una grande predilezione per i prodotti italiani, come gli straordinari lampadari di Murano che si trovano nel ristorante  e nel bar del complesso Hello Kitty Smile per esempio). 

Nijigen’ nomori park

Nijigen’ nomori park

Grand Chariot

Grand Chariot

Colazione giapponese al Grand Chariot

Colazione giapponese al Grand Chariot

Il risveglio in questo luogo è caratterizzato dal cinguettio di numerosi uccelli di specie diverse e la notte il cielo diventa un tappeto di stelle. Il soggiorno è ideale per chi vuole immergersi nella natura, ma anche scoprire una vera colazione tradizionale giapponese. Al mattino infatti si può riservare la famosa colazione composta da decine e decine di assaggi di pesce, uova, alghe, verdure e prodotti del posto, con la famosa zuppa di miso e qui sull’isola pesce palla, neonate e cipolla di Awaji. La presentazione di questa colazione, con tutte le ceramiche e i piccoli piatti decorati selezionati uno ad uno, è un vero capolavoro.

Anche la sera il ristorante del Grand Chariot 135 diletta gli ospiti con cucina giapponese della tradizione. In particolare noi abbiamo assaggiato il menu “shabu shabu” con la carne dell’isola, Awaji Beef (conosciuta nel mondo come Kobe Beef). Qui lo chef, sempre Yamashita Haru, si è sbizzarrito anche con i ricci di mare che vengono serviti crudi e cotti al vapore.

Oltre a questo albergo a 5 stelle, Nambu sta mettendo a punto una struttura interamente ecocompatibile con il contributo di uno degli allievi del famosissimo architetto spagnolo Antoni Gaudì e una squadra di ragazzi, tra ingegneri e ambientalisti che da mesi si occupa della costruzione di queste stanze fatte di fango e terra, messe insieme con chiodi di bambù. Il capoprogetto si chiama Daisuke Kaneko ha appena 30 anni e ha annunciato l’apertura di questo Natural Resort chiamato “Seed Bed” per il prossimo mese di marzo. Qui gli ospiti potranno partecipare alla costruzione della propria stanza e usufruire dell’orto e del parco circostante con oltre 800 biodiversità.

La filosofia di Nambu parte sempre dalle risorse umane, quindi ogni progetto viene pensato sin dal principio con un selezionato staff che possa sentirsene partecipe e poi dalla valorizzazione del territorio. Giovani ingegneri, architetti appena laureati, ma anche professionalità miste. I camerieri che s’incontrano nei ristoranti e negli hotel di Pasona Group per esempio, sono quasi sempre delle persone creative, attori e musicisti che mettono a servizio del loro lavoro anche le capacità artistiche, con un approccio diverso dal solito. Chi serve a tavola, può finire la serata suonando per voi al pianoforte del locale!

Nambu ha voluto ribadire le caratteristiche che secondo lui rendono l’isola unica: Awaji è geograficamente nel cuore del Giappone, sul 135° parallelo, di qui è originaria la tradizione delle marionette giapponesi, qui è stato rinvenuto il primo oggetto di ferro battuto di artigianato giapponese, tra i prodotti della terra è molto conosciuta la cipolla di Awaji, nasce qui la carne di Kobe (i capi devono passare nove mesi sull’isola per essere considerati carne pregiata). Sono ottimi i ricci di mare, il pesce palla, lo sgombro, l’aragosta e il dentice e per migliaia di anni qui venivano preparati i pasti per l’imperatore del Giappone e la casa imperiale. Il clima è bello, sempre temperato, quasi mediterraneo. Sull’isola sono onorate le sette divinità della Fortuna: il dio dell’abbondanza e ricchezza, il dio della guerra, la dea della bellezza, della musica e di tutto ciò che scorre, il dio del cibo quotidiano, il dio della buona sorte e della lunga vita e il dio della felicità e in onore di queste divinità, con una trovata di marketing ben riuscita, sono state create 7 etichette di birra artigianale locale e 7 di sake.

Nojima Scuola

Nojima Scuola

Spaghetti al ragù alla Scuola

Spaghetti al ragù alla Scuola

La carne di Awaji

La carne di Awaji

Il secondo ristorante che abbiamo visitato è Nojima Scuola. Deve il suo nome all’edificio che la ospita e al suo carattere spiccatamente italiano, infatti si tratta di una vecchia scuola elementare che ha chiuso nel 2010 ed è stata rilevata, ristrutturata e riaperta nel 2012 come ristorante, mantenendone però le caratteristiche originarie. Oltre al ristorante al primo piano con affaccio sul mare, al piano terra c’è un super market ben fornito, dove acquistare verdure locali raccolte sull’isola, prodotti da forno con oltre 60 tipi di pane diverso sfornati ogni giorno, tra cui il pane e cipolla di Awaji fatto con farina di riso. Nella bella stagione si può mangiare all’aperto nel giardino antistante il parcheggio, sotto degli splendidi gazebo di ferro battuto bianchi illuminati da piccole luci calde.

Scuola ospita anche una piccola fattoria, il Nojima Zoo con con due maialini, capre e alcuni alpaca molto apprezzati dagli ospiti in visita, soprattutto famiglie con bambini. È leggenda sui social, uno dei due alpaca che bacia solo le signore, il suo nome è Raal. La cucina di Scuola è cucina italiana nella quale però sono utilizzati ingredienti locali. Per esempio noi abbiamo mangiato gli Spaghetti al ragù di carne di Awaji. Come secondi piatti si può scegliere tra pesce e carne con contorni di ottime insalate fresche coltivate in loco. Le parole chiave scelte per questo ristorante sono: cibo, natura, formazione e arte. Lo chef Okuda Masayuki che ha studiato in Italia, ha come motto “produzione locale per il consumo locale" e per questo cucina all’italiana la materia prima del posto. Nel ristorante si può apprezzare anche una vasta collezione di ceramiche provenienti da tutto il mondo e due modelli di auto storiche italiane parcheggiate nelle sale del ristorante. 

Per completare l’offerta gastronomica non manca il gigantesco BBQ di Ocean Terrace, un altro ristorante voluto da mister Nambu, non lontano da Scuola, sempre con affaccio sul mare, dove il cliente può scegliere il taglio di carne cruda e prepararlo lui stesso alla griglia o assistere alla preparazione. Questo per valorizzare la carne di Awaji, rara e costosa, infatti solo 200 capi l’anno vengono allevati sull’isola. Qui ad Ocean Terrace Mr Nambu è riuscito a posizionare un barbeque di metallo a forma di toro che può contenere fino a 300 kg di carne. Un’interessante selezione di vini francesi e rossi italiani compongono infine la carta delle bevande.

La carne di Awaji

La carne di Awaji

BBQ Ocean Terrace

BBQ Ocean Terrace

Pizza con bianchetti

Pizza con bianchetti

Per venire incontro agli amanti della pizza, sul lungomare è stato creato il ristorante Miele da Scuola, sempre di ispirazione italiana. Anche se qui il forno non è a legna, la pizza è molto amata dai giapponesi e dai turisti. La caratteristica della pizza di Miele è quella di essere bassa e croccante, una vera e propria focaccia guarnita con gli ingredienti che più caratterizzano l’isola. Quindi non manca la Pizza con la cipolla di Awaji, una vera e propria montagna di cipolle tagliata fresca sulla base al pomodoro e formaggio e la pizza con le neonate, piccoli pesci di cui sono golosissimi gli isolani.

L’ultima location sui generis che va citata è il Craft Circus, un ristorante sulla spiaggia, con cibo per lo più street food con prevalenza di hamburger e insalate, con grande magazzino annesso e giardino dedicato alle figure degli animali più esotici, proprio come in un circo. In questo mercato si possono acquistare oggetti provenienti da tutto il mondo, regali e gadget, tessuti e oggetti. Una delle terrazze del ristorante è riservata al migliore amico dell’uomo e qui chi ha un cane al seguito è ben contento di godersi un pranzo, un aperitivo o una cena in pieno relax.

Awaji Island è molto nota anche per i vivai che in ogni stagione regalano una fioritura ad hoc e sono frequentati dai pellegrini dei fiori e per i vortici d’acqua, un fenomeno legato alle maree, visibili dal ponte Onaruto o dalla spiaggia e presenti storicamente in tanti quadri e pitture storiche giapponesi. Per la loro unicità, i vortici sono candidati ad essere inseriti nel Patrimonio dell’Unesco. Per raggiungere Awaji Island dall’Italia è necessario arrivare a Osaka o a Tokyo e poi prendere due treni e un bus passando per Kobe. Il viaggio è lungo ma ne vale la pena, adesso e soprattutto tra qualche anno, quando le altre idee di quest’uomo visionario prenderanno forma.

Il progetto di sviluppo dell’isola di Awaji non finisce qui, Nambu durante la nostra intervista ci ha parlato anche della prossima costruzione di un nuovo porto e di una grande spa a cielo aperto, ispirata alle terme romane. Tutte e due le iniziative saranno seguite e progettate da Tadao Ando, grande amico personale di Nambu. Il quartier generale di Pasona Group ad Awaji infatti si trova già in una delle sue opere architettoniche più conosciute per il giardino verticale dai 100 riquadri: il centro polifuzionale Yumebutai che da solo meriterebbe una descrizione a parte.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Nerina Di Nunzio

esperta di marketing e comunicazione, insegna all'Università di Roma Tre nel corso di Scienze e culture enogastronomiche e 'Food and beverage Industry' in inglese all'Unint. Ha fondato Food Confidential, agenzia di comunicazione e consulenza per il turismo, la ristorazione e il mondo del vino

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