21-06-2019
Pino Cuttaia è stato tra i protagonisti della prima edizione di Encuentro de los Mares, congresso in Andalusia
Bellissima idea questa di Encuentro de los Mares, prima edizione di un congresso che si è tenuto nei giorni scorsi tra Malaga, Cadice e dintorni, organizzato da quelli di Vocento, il principale gruppo di comunicazione multimediale nel mercato della stampa in Spagna e che firma oggi anche Gastronomika e Madrid Fusión. Encuentro de los Mares è nato in realtà come "de dos Mares", due mari, laddove l'ipotesi iniziale era infatti quella di un confronto tra Mediterraneo e Atlantico, le onde iberiche. Poi si è pensato piuttosto a una kermesse itinerante che raccontasse la cucina di mare di tutto il mondo; e non solo, anche tutte le problematiche a essa connesse, legate soprattutto alla sostenibilità. Dunque chef, ricercatori, pescatori, scienziati. Tante le figure illustri presenti; tra di loro anche due gran cuochi della nazione ospite, l'Italia. Erano Moreno Cedroni e Pino Cuttaia. Proprio da quest'ultimo iniziamo per raccontarvi cosa ha detto ai congressisti, e poi cosa ha aggiunto di fronte ai nostri taccuini, giacché eravamo là con lui.
«Qui siamo in Spagna, nella patria di Ferran Adrià. Ecco: mi viene da dire che la nuova frontiera della ricerca di noi chef - ossia l'avanguardia odierna - sia in realtà la riscoperta della cucina dimenticata. La tecnologia va benissimo, intendiamoci, se è al servizio del piatto. Dobbiamo recuperare però le tecniche antiche, che non conosciamo più». Il grande salone all'interno delle bodegas di González Byass, gran produttore di sherry - il Tio Pepe - a Jerez de la Frontera, è attento quando sul palco diventa protagonista Pino Cuttaia per la gran chiusura di Encuentro de los Mares. Lui non delude. Ecco cosa (ci) ha detto.
Cuttaia sul palco (foto Philippe Regol)
Cuttaia con Moreno Cedroni, Ángel León e altri durante un momento di pausa del congresso, davanti al ristorante di León stesso
Ravioli di seppia ripieni di tenerumi con crema di ricotta (foto Philippe Regol)
«Il cuoco non può pretendere dal mare, deve adattarsi ad esso. Se il mare non offre ciò che lo chef si aspetta, quest'ultimo deve ripensare a cosa preparare, basandosi sempre su ciò che gli viene offerto dalla natura».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera