28-01-2019
Ferran Adrià a Madrid Fusión
C’era davvero enorme attesa per l’intervento di Ferran Adrià a Madrid Fusión. Il grande catalano tornava sul palco del congresso spagnolo esattamente dopo otto anni; l’ultima volta, nel 2011, aveva annunciato come elBulli avrebbe chiuso i battenti definitivamente da lì a pochi mesi, il 30 luglio. Per assumere sembianze diverse, che vi abbiamo già raccontato in passato. Si sapeva però che a Madrid, oggi, avrebbe spiegato un ulteriore progetto. Scrivevamo il 29 novembre scorso:
Ma l'attenzione di Adrià è tutta per elBulli 1846 (il numero dei piatti da lui elaborati nel suo ristorante, ma anche l'anno di nascita di Georges Auguste Escoffier, ndr), la rivoluzionaria iniziativa nella sede del vecchio elBulli, 6mila metri quadrati dedicati alla creatività. «Ne farò un'unica presentazione, a Madrid Fusión a gennaio». Ok, ma cosa sarà? «Qualcosa di molto più importante de elBulli stesso». Spieghiamolo al lettore... «Non è facile. Non sarà un'università, né un'impresa. Piuttosto un centro privato gestito dalla elBullifoundation (la cassaforte dell'Adrià pensiero, finanziata da Lavazza con Telefonica, CaixaBank e Grifols, ndr) e diventerà un centro mondiale di esperti d'innovazione, per la ricerca, lo studio, la sperimentazione sulla creatività e l'efficienza». Analizzerà il metodo dell'innovazione, più che l'innovazione stessa, tanto da determinare modelli esportabili anche in altri settori. «Anche se in realtà il modello è che non c'è un modello. Non sappiamo nulla del processo creativo». Pardon? «Te l'ho detto, è difficile da spiegare. Detto così, sembra una locura. Vedrete».
Ferran Adrià il 28 novembre scorso mentre visita Identità Golose Milano in compagnia di Paolo Marchi e Claudio Ceroni
Ferran ha strutturato il proprio discorso seguendo le diverse aree che compongono il sito della elBullifoundation, elbullifoundation.com, molto arricchito di contenuti rispetto anche solo a qualche mese fa, e che a inizio maggio si amplierà ulteriormente. E quindi:
Non solo professinisti della cucina, «ci servono cuochi, filosofi, giornalisti, scienziati... E anche "agitatori", ossia quelli che mettono in discussione il già noto, fornendo stimoli alla libertà creativa. Al massimo prendiamo 15-20 persone come step iniziale. Di più no: oltre quella soglia il leader di un gruppo vocato all'innovazione perde il controllo del team stesso. L'ideale anzi sarebbe non superare i 12 elementi... Come selezionerò? Ormai abbiamo un certo occhio per queste cose. A elBulli era facile: Aduriz mi mandava i migliori, Bottura mi mandava i migliori, eccetera. Cosa faremo? Tutto. Ogni cosa possibile, con un'unica eccezione: non deve essere illegale. Non comunicheremo molto: sarà un long seller, non basta un lavoro da reportage veloce e poi ciao. Il tema: l'investigazione basica sull'innovazione, in modo da poterne stabilire le basi concettuali».
Il primo bando per le domande sarà aperto al pubblico dal 3 febbraio 2020 e fino a giugno, e sarà rivolto principalmente a ricercatori, per studiare ogni possibile variante del servizio di sala, inclusi psicologi, sociologi e artisti, ma come sempre inserendo nel mix anche figure diverse da queste...
Il secondo bando (1 settembre-20 dicembre 2020) si concentrerà sullo studio, la compilazione e la strutturazione dei dati per una libreria di 100 libri che mirano a spiegare la cucina in tutti i suoi aspetti. Questo progetto riunirà chef, filosofi e storici, tra gli altri.
Il terzo bando, nel 2021, sarà per professionisti che dovranno riflettere, chiarire e rivelare i segreti nascosti dalla percezione umana. Cos'è il gusto? Come possiamo intervenire e cambiare il modo in cui comprendiamo la percezione di sapori, aromi, texture?
Auguri, se ci proverete. Intanto, Adrià è entusiasta: «Mi sento come se fossi tornato nel 1990, quando ci è stato detto che tutto ciò che volevamo fare era impossibile». Lo spettacolo inizia, ha proclamato prima per lasciare il palco.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera