Yess
Stati Uniti | Los Angeles
lo chef
Junya Yamasaki
Il solito ristorante del Sol levante? Per niente: uno dei pochi che oltre al cibo può offrire un'esperienza quasi spirituale. Lo chef autodidatta Junya Yamasaki, infatti, nato in Giappone e trapiantato a Londra dove s'è fatto notare col noodle bar Koya, prima di spostarsi a L.A., è tornato in patria vivendo diversi mesi in un monastero buddista: non a pregare, ma per cogliere la vera essenza della cucina devozionale Zen, quella appunto dei monaci fatta di naturalezza, stagionalità e rispetto assoluto per il cibo.
Eppure, oltre alla dimensione spirituale, persiste anche una lieve giocosità, l’istinto di creare con quanto è disponibile, variando la proposta costantemente, attualizzata per leggere il momento. Delizioso, intenso è, per esempio, l’autunno con la Zuppa del cacciatore, che origina dall’arte venatoria nipponica. I cacciatori, tradizionalmente, portano con sé del maiale sotto sale che, una volta in montagna, tagliano per poi lasciarlo bollire con dei vegetali e farne una zuppa.
Tutto questo in un elegante locale downtown, che occupa gli spazi di un’ex-banca. Umami spinto, microstagionalità. Un banco in cipresso e cotture su una vecchia stufa a legna. Anche questo è Yess.
Perché fermarsi
Per una cucina che nutre il corpo, ma anche la mente, andando ben oltre il concetto di classico ristorante asiatico. Qui ogni pratica è volta a valorizzare la materia, con naturalezza, per lasciare un segno evidente nell'esperienza dell'ospiteMenu di degustazione
120, 220 dollari
Prezzo medio antipasto
19.00
Prezzo medio secondo
26.00
Prezzo medio dolce
14.00
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