Il colpo d'occhio è notevole: a sinistra l'Harbour Bridge, davanti il mare, a destra la magnifica Opera House. Siamo a The Rocks, al Terminal Passeggeri dei traghetti che operano nella baia: al piano alto, nel panoramico spazio di un ex fast food trasformato in ristorante gourmet, fra tappeti color del mare, sedie e tavoli con tinte che ricordano una foresta.
Ecco il regno di Peter Gilmore, lo chef che ha cambiato la faccia di un anonimo terminal (ma anche dell'Opera House, aprendo all'interno il ristorante Bennelong) fino a trasformarlo in elegante covo di buongustai, degno in assenza di guida Michelin dei Tre Cappelli, la massima onorificenza, da parte della prestigiosa Good Food Guide australiana.
La cucina? Locale e internazionale, con influssi giapponesi e un occhio particolare al mondo vegetale. I piatti? Una gioia alla vista e al palato: ad esempio una Conchiglia ripiena di granchio con yuzu; Gambero di fiume con tapioca, burro di riccio e tuorlo d'uovo confit; Coda di bue affumicata nel suo brodo con tartufo e purè di castagne; Guanciale di maiale con funghi shitake, calamari e colatura di alici. Niente male, davvero.
curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).
curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).