Follie, not ordinary fine dining è scritto sul menu della realtà gastronomica del Villa Agrippina, di un 5 stelle lusso isolato dalla capitale, alla base del Gianicolo. Non c’è passaggio, chi va lì lo fa per scelta e questo impone un impegno ancora maggiore a chi ha la responsabilità di Follie. Deve diventare una meta golosa, un desiderio da soddisfare, l’esatto contrario rispetto a mille trattorie nelle zone più battute dai turisti per i quali una vale l’altra.
Nuovo chef, Alfonso D’Auria, napoletano, cresciuto in scia alla famiglia Iaccarino. È lì da tempo, ma adesso gli hanno affidato anche le cucine di quello che deve divenire a tutti gli effetti un vero fiore all’occhiello. Vi sono professionisti chiamati da fuori e altri, più rari, che crescono all’interno. Questo è il caso di Alfonso, robusto, concreto e per nulla banale. Carbonara a parte, perché guai se nella capitale non si ha in carta almeno un pasta, in genere, proprio la carbonara, mi hanno stregato la Tartare di pomodoro (sembra di mangiare carne), la Sfogliatella riccia ripiena di agnello, la Scarola infornata e, su tutto, il Pennone con salsa di fondale, le profondità dei mari portate in tavola.
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi
+39066838989
Ristorante con camere
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