Verso le 11 di sera, dopo cinque ore e oltre 30 piatti serviti, nel silenzio totale della campagna gallese, dove il rumore predominante è il belato delle pecore, esplodono le note del DJ set di chiusura del servizio di Ynyshir. Contemporaneamente, tra le luci stroboscopiche, un cuoco gira tra i tavoli con una pentola di legna fumante, in un rituale para religioso. Questo è il ristorante di Gareth Ward, un locale senza regole, dentro e fuori la cucina, dove quello che conta è mangiare cose buone – molte – e divertirsi.
Il faro dello chef è la materia prima, mostrata a ogni cliente nell’atrio: c’è la carne wagyu, la ventresca di tonno, il petto d’anatra, l’astice blu e il caviale. Alla faccia dei più trendy farm-to-table e km 0. Ward sceglie di servire quello che gli piace cucinare, a prescindere da quanto lontano provenga. La stessa visione senza confini si riflette in un menu dove tecniche giapponesi incontrano prodotti del Galles e piatti tailandesi.
L’estetica nordica, curata dalla moglie di origini danesi Amelia Eriksson, rende Ynyshir un’esperienza ancor più unica e sensazionale, un’avventura in una landa remota a pochi chilometri dal parco naturale Snowdonia.
Nato a Modena, si è trasferito a Londra nel 2007 dove prende una laurea in Giurisprudenza mentre suona pop-rock con la sua band e si mantiene lavorando come chef. Nel 2011 fonda The Upcoming, magazine culturale online di cui cura la sezione food & drinks. Non manca a un’edizione della Mostra del Cinema di Venezia dal 2001 e ne fa un vanto
Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
Nato a Modena, si è trasferito a Londra nel 2007 dove prende una laurea in Giurisprudenza mentre suona pop-rock con la sua band e si mantiene lavorando come chef. Nel 2011 fonda The Upcoming, magazine culturale online di cui cura la sezione food & drinks. Non manca a un’edizione della Mostra del Cinema di Venezia dal 2001 e ne fa un vanto