La cucina di Pascal Barbot rimane fedele alla sua linea di condotta di sempre, aperta al mondo e alla sua ricchezza di sapori e prodotti. Dire che non si è mossa, però, sarebbe un errore marchiano perché sì, è cresciuta come il nuovo ristorante, diventato più confortevole.
Il cuoco che era riuscito a imporre la formula del menu unico ora ama dare libero sfogo agli ospiti. Barbot accompagna i desideri di un'epoca e non resta accampato in posizioni anacronistiche. Nel menu troviamo sezioni come Vapeurs de ce jour, Du côté de la braise, Piano, Nos maraichers, Petites préparations… L’ospite ha la libertà totale di ordinare i piatti che preferisce o secondo ciò che desidera assaggiare quel giorno.
I vegetariani godono col Asparagi verdi di Roques-Hautes, serviti croccanti con mandorle e zafferano oppure con “In una foglia di insalata”, salsa ssam leggermente piccante con carote novelle, aglio e zenzero. Abbinamenti di gusto arditi il tanto che basta, condimenti che non si perdono mai in chiacchiere e le cotture… wow! Che lezione di rispetto per il prodotto.
In sala c'è sempre Christophe Rohat, metà inseparabile di un duo affiatatissimo.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)